mercoledì, settembre 12, 2007

ESAMI AVVOCATO: I MAGISTRATI ROMANI NON VOGLIONO PIU’ STARE IN COMMISSIONE.


Roma, 12 set. (Apcom) - "Aspettiamo dal ministro Mastella un segnale per far finire le corvèe degli esami d'avvocato". Così dall'Associazione nazionale magistrati della Capitale si riporta la situazione che oggi anno si abbatte su pm e giudici del distretto della Corte d'Appello di Roma. Perché, se da una parte - spiega il sindacato dei magistrati - le toghe di piazzale Clodio devono fare i conti con le consuete carenze di risorse, strutture e mezzi, dall'altra sono nominati all'interno delle commissioni di esami di abilitazione alla professione forense programmati, per le prove scritte, dall'11 al 13 dicembre. L'impatto che ha sui magistrati capitolini è importante.

Ben 80 magistrati, in base a una vecchia legge che impone una percentuale del 40% di toghe nelle commissioni e nelle sottocommissioni in qualità di membri ordinari, sono chiamati a svolgere un impegno non da poco. "Basti pensare che si protrae per uno o due pomeriggi a settimana per tutto l'anno - si spiega -.

L'incarico extragiudiziale, inoltre, non è neppure redditizio: per ogni seduta d'esame sono previsti circa quattro euro lordi e alla fine la somma complessiva incassata da ciascun magistrato si aggira intorno ai 400 euro netti, soldi che, per la verità, sta ancora aspettando chi era in commissione due anni fa".

Nei mesi scorsi anche la Giunta esecutiva centrale dell'Anm aveva deciso di affrontare la questione, valutando in modo favorevole quanto previsto in un disegno di legge in materia di professioni intellettuali con la nomina di magistrati ordinari limitata nelle commissioni di esame per avvocati al solo ruolo di presidente e in accordo con altri soggetti professionali. Pochi giorni fa il Guardasigilli ha annunciato un disegno di legge per modificare gli esami di abilitazione alla professione forense. A piazzale Clodio pm e giudici aspettano un segnale.