martedì, marzo 23, 2010

Consigli giudiziari: l’Avvocatura chiede la modifica dell'ordinamento giudiziario.


Roma. Una proposta di modifica dell’ordinamento giudiziario per garantire una partecipazione ampia agli avvocati nei consigli giudiziari, gli organi di autogoverno locali della magistratura.
L’ha approvata venerdì scorso il Consiglio nazionale forense, in occasione della seduta amministrativa, accogliendo il lavoro predisposto il 17 marzo nella riunione degli avvocati componenti dei consigli giudiziari coordinata dal consigliere Cnf, Andrea Mascherin.
Le modifiche proposte, in particolare, si propongono di:
a) stabilire per legge che i componenti avvocati partecipano alla discussione e alle deliberazioni anche nelle materie nelle quali non hanno diritto di voto (pareri per la valutazione di professionalità dei magistrati e pareri su collocamenti a riposo, dimissioni, decadenza dall’impiego) e nella materia di magistratura onoraria; il documento spiega che tale proposta tende a consentire la partecipazione alla discussione in tutte le materie di competenza del consiglio giudiziario, eliminando le incertezze e le diverse prassi che si sono instaurate in sede locale.
b) di prevedere, nelle norme sulla valutazione di professionalità dei magistrati, che il consiglio giudiziario acquisisca e valuti obbligatoriamente anche le “osservazioni motivate dei consigli dell’Ordine degli avvocati”, osservazioni che andranno acquisite anche per le deliberazioni attinenti all’assunzione di incarichi direttivi e semi-direttivi con riferimento all’attitudine al conferimento di tali funzioni. E di prevedere ancora che il Consiglio dell’Ordine che ha presentato osservazioni motivate, abbia la facoltà di impugnare davanti al Tar il provvedimento del Consiglio superiore della magistratura; obiettivo è quello di assicurare, acquisendo le osservazioni del Coa, utili elementi di conoscenza su fatti specifici che incidono sulla professionalità del magistrato.
c) di prevedere, infine, nel giudizio di idoneità finalizzato al passaggio di funzioni giudicanti e requirenti e viceversa, che il presidente della Corte di appello acquisisca anche le osservazioni motivate del consiglio dell’ordine degli avvocati. Il documento propone ancora di intervenire sulle modalità di elezione e designazione dei componenti dei Consigli giudiziari, per una maggiore rappresentanza geografica e diversificazione delle competente e per consentire alle Regioni ( che con la Finanziaria 2010 possono firmare convenzioni con il ministero per il potenziamento del servizio giustizia) di esprimere un loro componente.
L’obiettivo sotteso a queste modifiche è quello di sviluppare lo spirito delle norme sui consigli giudiziari, introdotte con il decreto legislativo 25/2006 (poi modificato dalla legge Mastella, n. 111/2007), che hanno coinvolto l’avvocatura nell’autogoverno dei magistrati.
Ma è anche quello di garantire uniformità di comportamento e di prassi all’interno dei Consigli giudiziari tra i quali alcuni sono aperti a una salda collaborazione con l’avvocatura, altri meno.
Nella riunione del 17 marzo è stato deciso poi di costituire due gruppi di lavoro: il primo con lo scopo di predisporre una griglia di valutazione dei magistrati che potrà essere utilizzata dai Consigli dell’Ordine e dagli stessi Consigli giudiziari; il secondo si occuperà di redigere un manuale snello per spiegare struttura e compiti dei Consigli giudiziari.
E’ stata infine stabilita l’opportunità di organizzare una serie di eventi formativi a livello distrettuale rivolta sia ai consiglieri dell’Ordine che agli iscritti per favorire la conoscenza su questi organi di autogoverno della magistratura, ai quali l’avvocatura partecipa. Intanto, i rappresentanti legali nei CCGG si riuniranno ancora il 14 maggio.

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