giovedì, luglio 14, 2011

Cnf: evitiamo liberalizzazioni selvagge. Così si demoliscono le professioni.


Roma. “Siamo sdegnati e preoccupati per le iniziative di cui abbiamo appreso in queste ore, di supposte liberalizzazioni che si vorrebbero introdurre artatamente nella manovra. E’ scorretto il metodo e tanto più il merito: tali norme minerebbero la difesa tecnica e provocherebbero la demolizione del sistema ordinistico e del controllo deontologico, a scapito dei cittadini e dei professionisti più giovani che sarebbero mandati allo sbaraglio in un mercato saturo e senza sbocchi effettivi”.
Il Cnf, oggi, in una conferenza stampa nel corso della sedute straordinaria indetta per fare fronte alla iniziative governative in parlamento, ha criticato aspramente le ipotesi circolate in queste ore e concretizzatesi in emendamenti alla manovra depositati in commissione bilancio del senato e ha ricordato al ministro della giustizia Alfano la promessa fatta di portare in porto la riforma della professione forense, che invece langue alla Camera. “Il ministro Alfano aveva promesso sostegno alla riforma della professione forense. Così come la presidente Bongiorno aveva garantito un esame veloce alla camera”, ricorda Alpa per il quale i testi che sono stati diffusi, che equiparano la libertà professionale a quella d’impresa, sarebbero contrari alla Costituzione e alla Carta europea dei diritti fondamentali.
“Il testo della manovra ha tutt’altre finalità, serve alla stabilità economica. Con l’inserimento di queste norme, che andrebbero discusse in Parlamento in maniere ponderata, si concretizza un abuso della decretazione d’urgenza”, ribatte Alpa che fa un appello agli avvocati parlamentari: “oltre che avvocati comunque in qualità di giuristi non dovrebbero né potrebbero mai votare un provvedimento che è incostituzionale e contrario alle norme europee. Il Cnf apprezza ed apprezzerà tutti quei parlamentari di qualsivoglia schieramento che abbiano deciso o che decideranno di far prevalere l’interesse alla tutela del diritto fondamentale alla difesa.
“Un testo del genere non dovrebbe passare al vaglio del parlamento in quanto incostituzionale”.
Né è l’Europa a chiederlo. “La Corte di giustizia delle Comunità europee ha sempre ritenuto legittime le tariffe. La Commissione mai si è spinta a chiedere di rimuovere le modalità di accesso alle professioni. Ha chiesto la soppressione di alcune norme alla Grecia, che è un paese in default: sarebbe preoccupante se il ministro Tremonti pensasse che la situazione italiana è simile a quella greca”, ha detto Alpa. Intanto, il Cnf ha già raccolto ottantanove firme di professori universitari in calce alla protesta del Consiglio nazionale forense contro l’abolizione dell’esame di abilitazione forense, pure essere ventilata in questi giorni.
“Se confermata, sarebbe una manovra vergognosa che umilia la professione forense ma sopratutto colpisce gravemente i cittadini. Fa strame della Costituzione non solo per contrarietà all’articolo 33 ma anche per all’articolo 24, che garantisce l’accesso alla giustizia e il diritto di difesa”, sottolinea il presidente del Cnf Guido Alpa.
Il Consiglio nazionale forense rigetta tali proposte e chiede che si proceda invece seriamente e urgentemente ad approvare la riforma forense che oggi langue alla Camera dopo aver avuto l’approvazione del Senato, che risponde alla qualificazione degli avvocati, alla tutela dei diritti dei cittadini, al controllo deontologico.
Il Cnf contesta duramente una sorta di delega in bianco al governo che “conferisce un potere del tutto arbitrario di regolare le professioni con regolamento”.
“Come potrebbe l’avvocato che esercita il commercio assicurare l’indipendenza e l’autonomia, l’assenza di conflitti di interessi, la valutazione attenta ma distaccata della posizione del cliente ?”, sottolinea Alpa. Come già evidenziato in un documento congiunto firmato da tutte le componenti dell’avvocatura lo scorso 2 luglio: “la natura delle professioni intellettuali non può essere confusa con l’esercizio dell’attività d’impresa e la figura del professionista non può essere accostata a quella dell’imprenditore. Gli interessi dei cittadini sono garantiti solo da una Avvocatura autonoma, indipendente, competente e qualificata, e per tale motivo intendono salvaguardare i risultati ottenuti nel corso dell’iter parlamentare della riforma forense attualmente all’esame della Camera”.

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