L'articolo oggi pubblicato sul sito dell'Ordine Forense di Salerno, che abbiamo riprodotto fedelmente nell'immagine che precede, suscita francamente tanta pena.
Taroccare la verità è sempre un'operazione che richiede un certo pelo sullo stomaco.
Perchè non si dice che all'assemblea di bilancio, di un Ordine professsionale che a Salerno (tra avvocati e praticanti) conta più di 5.000 iscritti, erano presenti dieci persone o poco più?
Da che cosa deriva questa disaffezione per le istituzioni forensi?
Probabilmente dal convincimento che, allo stato, non è possibile fare nulla o cambiare nulla. Dalla sgradevole sensazione che i problemi siano destinati ad incancrenirsi, senza trovare soluzione.
Di chi è la colpa, quantomeno a livello locale, di questo deplorevole stato di cose, che mina alla base la democrazia nell'Ordine?
Forse, e senza forse, la colpa è di chi considera le istituzioni (occupate oramai da più decenni) un proprio feudo personale, magari da poter trasmettere ai propri aventi causa "iure successionis".
La colpa è di chi ha fatto assopire le coscienze, per garantirsi un presente tranquillo ed un futuro radioso, però solo "sibi et sodales".
A questo proposito ci torna alla mente, assai spesso, la drammatica scena del film dedicato all'affondamento del Titanic: mentre i viaggiatori delle cabine di lusso si disputavano i pochi posti sulle scialuppe di salvataggio (peraltro insufficienti), gli uomini dell'equipaggio - vedendo che la nave colava a picco - andarono a chiudere i cancelli della stiva, dove stavano stipati gli emigranti, perchè non dessero fastidio.
Chi ha orecchie per intendere, intenda!
consiglioaperto
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