domenica, febbraio 20, 2011

Obbligatorietà della mediaconciliazione e "rottamazione" cause civili: l'OUA proclama astensione degli Avvocati dalle udienze,dal 16 al 22 marzo 2011.


Maurizio de Tilla, presidente Oua - sull’argomento - ha dichiarato: “L’obbligatorietà della mediaconciliazione è sbagliata ed incostituzionale. Inaccettabile la bozza del ddl per la “rottamazione” dell’arretrato giudiziario. Il progetto del ministro Alfano è limitare l’accesso alla giustizia civile per i cittadini e costruire un sistema a misura dei poteri forti e a scapito dei cittadini comuni”
L’organismo di rappresentanza politica dell’avvocatura, Oua, nel corso dell’assemblea dei delegati, a Roma, con la partecipazione di numerosi presidenti e rappresentanti degli ordini degli avvocati e delle associazioni forensi, ha approvato un deliberato (di seguito) che prevede la proclamazione dell’astensione dalle udienze dal 16 al 22 marzo, un’assemblea nazionale a Roma il 16 marzo e un calendario di iniziative in tutto il Paese contro l’obbligatorietà della mediaconciliazione e la proposta governativa di “rottamazione” dell’arretrato giudiziario nel civile.
Maurizio de Tilla, presidente Oua, alla fine dei lavori, ha dichiarato: «Gli avvocati sono uniti contro il progetto di costruire una giustizia civile a uso e consumo dei “poteri forti” e a scapito dei diritti dei cittadini. Rapida per alcuni, inaccessibile per altri. Soprattutto per i meno abbienti.
Da un lato l’obbligatorietà della mediaconciliazione, dall’altro l’affidamento a 600 cosiddetti “ausiliari” di migliaia di cause arretrate, sono parte di un’idea sbagliata di risolvere i problemi della macchina giudiziaria. L’Oua da mesi avanza proposte che hanno incontrato un consenso unanime e trasversale da parte di tutti gli operatori del sistema giustizia, compresa l’Anm. E invece, rimangono ancora sul tavolo, inascoltati dal guardasigilli tanto il “Decalogo per la riorganizzazione della macchina giudiziaria” quanto il “Patto per la Giustizia e per i cittadini”. Vere soluzioni ai problemi dell’eccessivo accumulo di contenzioso e alla lunghezza dei processi».
Nel documento approvato dall’Oua si spiega come il disegno del ministro di Giustizia si espliciti attraverso “l'approvazione del decreto legislativo n. 28/2010 in tema di conciliazione obbligatoria con l'esclusione dell'assistenza necessaria dell'avvocato e con illegittima limitazione del diritto del cittadino all'accesso della giustizia e attraverso il disegno di legge preannunciato dal Ministro della Giustizia, in Consiglio dei Ministri, che prevede lo smaltimento del carico giudiziario civile con sentenze senza motivazione, perenzione dei processi in appello ed in Cassazione, limitazione dei diritti di difesa con inaccettabili deterrenti di natura economica ed il reclutamento senza selezione di 600 ausiliari.”
In particolare nella delibera si sottolinea come “la media-conciliazione obbligatoria, confermata in vigore e in funzione per un numero spropositato di processi all'anno (quasi 500.000), limita il diritto del cittadino all'accesso alla giustizia con scelte inadeguate che impongono costi non giustificati anche per chi vuole accedere direttamente al giudizio, e comportando la possibilità di concludere il tentativo di conciliazione con una proposta che può avere effetti negativi per la parte vittoriosa in giudizio”.
Inoltre si denuncia “che il Governo con la presentazione di un maxi-emendamento al "Decreto mille proroghe", votato con la fiducia, ha disatteso il parere della Commissione Giustizia del Senato che proponeva lo slittamento dell'obbligatorietà della media-conciliazione in attesa delle modifiche legislative ed ha, inoltre, contrastato ed eluso l'emendamento approvato dalle Commissioni Riunite Bilancio ed Affari Costituzionali di proroga per tutte le materie”.
Infine il nodo dell’evidente incostituzionalità.
Secondo l’Oua la prevista obbligatorietà della mediaconciliazione è viziata per eccesso di delega e per contrasto con l’art. 24 della Costituzione.
«Gli avvocati italiani saranno uniti e compatti – conclude de Tilla – e insieme ai cittadini e ai parlamentari che in questi mesi hanno condiviso le nostre osservazioni e preoccupazioni, cui va il nostro ringraziamento, contrasteremo un’idea sbagliata ed esclusiva della giustizia civile che penalizza i cittadini e rimanda ancora una volta il grande appuntamento con una vera e necessaria riforma del settore, quella che garantisce il buon funzionamento della macchina giudiziaria italiana. Per tutte queste ragioni dopo molti anni convochiamo un’astensione dalle udienze così decisa (dal 16 al 22 marzo), l’ultima volta è stata contro il decreto Bersani».

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