martedì, febbraio 08, 2011

Avvocato non vincolato alla privacy, se usa i dati del cliente per motivi di giustizia.


Meno vincoli di privacy per gli avvocati: infatti, i dati personali dei clienti sono liberamente utilizzabili ai fini di giustizia e il legale non deve risarcire il cliente che chiede i danni morali collegati alla diffusione di aspetti delicati della sua vita. Non solo.
Il difensore può conservare a studio i documenti, anche dopo la revoca del mandato se lo fa per riscuotere la parcella.
Sono questi i due principi affermati dalle Sezioni unite della Corte di cassazione che, con le sentenze nn. 3033 e 3034 dell'8 febbraio 2011, hanno respinto il ricorso di un uomo che chiedeva i danni morali perché, nel giudizio di divorzio, erano stati notificati a tutte le parti i dati dei suoi conti bancari e le spese con la carta di credito.
Il Tribunale di Milano aveva respinto la richiesta presentata contro l'avvocato della controparte, autore della notifica, sostenendo che i legali non avevano violato le norme sulla privacy.
In particolare nella sentenza numero 3034/2011 si legge che "se è astrattamente legittima l'utilizzazione del dato personale altrui a fine di giustizia, e se l'atto processuale che lo contiene risulta essere stato posto in essere nell'osservanza del codice di rito non è configurabile alcuna lesione del diritto alla privacy".

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