Berlusconi è, in questi giorni, nell'occhio del ciclone. Ma le polemiche non sembrano avere nuociuto alla popolarità del Cavaliere.
I provvedimenti sul funzionamento della giustizia, che hanno suscitato così intense discussioni, hanno sortito infatti effetti diversi nell'elettorato.
I votanti per il centrodestra — che costituiscono a tutt'oggi la netta maggioranza della popolazione — approvano nella loro grandissima parte l'operato del premier, anche in questa circostanza.
Non solo: una quota consistente di costoro dichiara di simpatizzare ancor più di prima per il capo del governo e, talvolta, si sente immedesimata (in certi casi, solidale) con lui.
Viceversa, all' interno dell'elettorato di centrosinistra sono emersi svariati dubbi e perplessità, sia nel merito delle proposte avanzate da Berlusconi, sia perché queste appaiono a molti finalizzate perlopiù a proteggere se stesso.
Nell'insieme si registra, rispetto a maggio (il mese di insediamento del governo), una crescita della fiducia espressa nei confronti del presidente del Consiglio (dal 47% al 56%, originati ovviamente in netta prevalenza da elettori del centrodestra) e un incremento ancora maggiore delle valutazioni positive rispetto all'operato del governo nel suo complesso.
Quest’andamento è frutto della netta diminuzione delle dichiarazioni di "sospensione del giudizio" espresse a maggio e evidenziate dalle risposte "non so" (erano il 26% e sono oggi il 6%) e del loro trasferimento verso opinioni negative (della gran parte dell'elettorato di centrosinistra) o positive.
Queste ultime costituiscono oggi il 61%: l'esecutivo può dunque contare sul sostegno della maggioranza assoluta degli italiani.
Si tratta di un esito assai diverso rispetto a quanto accadde qualche mese dopo l'avvio dei precedenti governi Berlusconi, nel 1994 (quando i giudizi positivi raggiungevano il 38%) e nel 2001 (27%).
Anche allora si assisteva a scontri roventi tra il Cavaliere e la magistratura. Ma oggi appaiono mutati significativamente gli orientamenti della pubblica opinione riguardo ai giudici e ai temi della giustizia.
In particolare, si registra una progressiva irrilevanza percepita nei confronti di questi ultimi da buona parte dell'elettorato, specie quello di centrodestra.
In questo settore prevale l'idea, ben sintetizzata da un intervistato, secondo il quale «se Berlusconi fa una politica che mi aggrada per i temi economici e quelli della sicurezza, faccia pure tutto quello che vuole per difendersi dai giudici. La cosa non mi riguarda».
Ma il motivo principale del mutamento dello stato dell'opinione pubblica va ricercato nel diminuito consenso popolare per la magistratura, rilevabile in questi mesi e frutto di un trend di decremento in corso da diversi anni (ciò che spiega anche il significativamente più positivo andamento della popolarità di Berlusconi rispetto al 1994 e al 2001).
Se si confronta il livello attuale della fiducia nella magistratura con il dato di solo un anno fa, si nota che il favore per i giudici è calato: l'andamento negativo è presente nell'elettorato di centrodestra, ma si riscontra, in misura ancora maggiore, in quello di centrosinistra e tra gli indecisi o potenzialmente astenuti ed è quindi, in sostanza, percepibile in tutta la popolazione.
La tendenza è tanto più significativa se si considera il fatto che nel medesimo periodo si è fortemente accresciuto il consenso per diverse altre istituzioni. In primo luogo per il presidente del Consiglio in carica.
Ma anche, in misura notevole, per il presidente della Repubblica e per il Parlamento. E, ancora, per Polizia e Carabinieri, nonché perfino per l'Unione Europea.
Le uniche ad avere un andamento opposto, cioè negativo, sono, oltre alla magistratura, il sindacato e le banche, da sempre ultime nella classifica della fiducia.
Nel 1994, all'epoca del primo governo Berlusconi, i giudici rappresentavano l'istituzione alla quale i cittadini davano in assoluto i voti più alti (67%), tanto che essi si collocavano in vetta alla graduatoria dei consensi. Oggi le cose appaiono radicalmente cambiate. E il Cavaliere sembra esserne pienamente consapevole.
Renato Mannheimer
06 luglio 2008
Tratto da: www.corriere.it
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