domenica, ottobre 09, 2011

LA “PRIVATIZZAZIONE DELLA GIUSTIZIA”: CHI PAGA?


Mediazione civile obbligatoria, processo telematico, PEC, soppressione degli ordini professionali e degli uffici giudiziari, aumento del contributo unificato: questi i punti cardine di una riforma che fa tanto discutere anche al di fuori delle aule di Tribunale e che tende a una generale privatizzazione della giustizia.

Ma tutto ciò in favore di chi? E, soprattutto, chi sarà, alla fine, a pagare il prezzo di un sistema nel quale anche la tutela dei diritti dei cittadini è improntata ai principi della concorrenza e del mercato?

Queste sono le problematiche che affronteranno il prossimo venerdì 14 ottobre – alle ore 15,00 presso il Salone degli Stemmi della Curia Arcivescovile di Salerno – i giovani avvocati della sezione di Salerno dell’A.i.g.a. (associazione italiana giovani avvocati)con un convegno-tavola rotonda che vedrà la partecipazione di avvocati, magistrati e professori universitari ma che, più di ogni altro, perseguirà l’obiettivo di raggiungere quella che è l’effettiva vittima di tale progetto: il cittadino.

È già più di un anno, infatti, che l’avvocatura si oppone, si ribella senza che il suo venga percepito come non più di un tentativo di protezione della “classe”.

La giovane avvocatura salernitana, invece, con il sostegno dei vertici dell’associazione stessa e seguendo un percorso già tracciato dall’OUA e dagli ordini professionali, con questo mezzo vuole informare il cittadino affinchè non resti più spettatore inconsapevole di un cambiamento che determinerà una “legittima” e definitiva lesione dei suoi diritti costituzionalmente garantiti.

Chi, infatti, non avrà la garanzia della tutela effettiva dei propri diritti quando, dinanzi a una presunta lesione degli stessi, sarà obbligatorio rivolgersi – con costi elevatissimi e di gran lunga superiori rispetto a quelli previsti per un giudizio – a un mediatore, la cui competenza e professionalità sono comprovate solo da un attestato rilasciato per aver seguito un corso di formazione di poche ore?

Su chi graverà l’imposizione di costi aggiuntivi per adeguarsi a un processo telematico non attivo e che il sistema non è ancora pronto a recepire e a gestire?

Chi pagherà il disagio della soppressione degli uffici giudiziari con conseguente ingolfamento e rallentamento dei processi già in corso e di quelli ancora – ove sarà possibile – da intentare?

Questi sono i dubbi che gli avvocati – non nella sola veste di professionisti – vogliono ingenerare nei cittadini, non al fine di far perorare una loro causa ma con lo scopo unico di far convergere forze e intenti per anelare al rispetto dei diritti, che costituiscono i principi fondanti la società nazionale e internazionale e che non possono essere, oggi, così “sommessamente elusi”.



Avv.Giulia Maiello
consigliere addetto stampa
A.I.G.A. SALERNO

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