giovedì, febbraio 25, 2010

Salerno: Alfano manda gli ispettori nel caos degli uffici giudiziari.


SALERNO — Il Palazzo di giustizia di Salerno non fa una buona impressione agli ispettori ministeriali. Sedie e scrivanie rotte parcheggiate negli angoli più reconditi e fotocopie in disuso da anni che stazionano nei corridoi in spregio ad ogni regola sulla sicurezza dei luoghi di lavoro. Ma questo gli inviati del ministro Alfano lo hanno appreso solo oggi, dal momento che un’ispezione a 360 gradi non veniva effettuata dal 2003. Arrivati nel distretto di Corte d’Appello salernitano un mese fa, gli ispettori avevano previsto una permanenza di quindici giorni. Invece ce ne sono voluti trenta per visitare tutti gli uffici (compresi quelli delle sedi periferiche), controllare la regolarità formale degli atti prodotti, accertare il carico di lavoro e il numero del personale giudiziario in forza.

E soprattutto per spulciare ancora i fascicoli riguardanti l’inchiesta Why Not, che l’anno scorso ha provocato un forte scontro con la Procura di Catanzaro e il trasferimento degli ex titolari delle indagini Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani. Per una settimana, negli uffici della Procura è tornato a farsi vedere anche l’ex procuratore capo, Luigi Apicella, che ha pagato i contrasti con i colleghi calabresi con la sospensione dalla funzione di magistrato e dello stipendio ordinata dal Csm.

Gli esiti della relazione ufficiale si sapranno solo tra qualche mese, ma qualche prescrizione è già stata elevata. Un ufficio del palazzo di giustizia di corso Garibaldi è stato ammonito per la mancanza di marche da bollo sugli atti giudiziari depositati. L’ufficio deposito sentenze non avrebbe rispettato i termini previsti dalla legge per depositare le pronunce giudiziarie. E dalla sezione fallimentare sono emerse discrepanze sul recupero crediti: gli uffici amministrativi di via Papio avrebbero ritardato a saldare i pagamenti anticipati dallo Stato nelle cause già definite con sentenze di fallimento. Ma sono le sedi distaccate di Eboli e Montecorvino Rovella ad aver impressionato maggiormente gli ispettori ministeriali. Tanto da indurre l’ispettore generale Antonio Tanga ad elogiare il personale.

«Dovrebbero fargli una statua d’oro» ha confessato riferendosi a cancellieri e funzionari degli uffici amministrativi, comparando il carico di lavoro di 15 mila cause seriali pendenti solo ad Eboli e la scopertura di organico che raggiunge il 20%. Contraddizioni che spiegherebbero la presenza nei bagni di fascicoli e falconi. Non se la cava meglio la sede di Montecorvino Rovella che, contrariamente all’avvio delle procedure di informatizzazione annunciata dal ministro Alfano, gode di un solo computer, da cui si pretende di memorizzare l’iscrizione delle cause a ruolo e gli adempimenti giudiziari pre e post udienza e post sentenza. Inutile ribadire la presenza di un solo impiegato delegato ad usare il computer.

Angela Cappetta 25 febbraio 2010
Tratto dal sito: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it

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