mercoledì, settembre 02, 2009
“Querelle” Feltri-Boffo: ora parla il GIP di Terni.
Il gip di Terni, Pier Luigi Panariello, di fatto “smonta” la tesi difensiva del direttore dell’Avvenire Dino Boffo che “conosceva” la donna che lo denunciò per molestie, secondo quanto “confermato” da testimoni, e la sua tesi di non essere l’autore delle telefonate “non è stata approfondita non essendo stata evidentemente ritenuta attendibile da chi indagava”.
Le deposizioni figurano tra gli atti del fascicolo - ha spiegato Panariello - che però non sono visionabili per tutelare la riservatezza delle parti.
È stata invece autorizzata la visione del decreto penale di condanna, dal quale è stato oscurato il nominativo della parte offesa.
Secondo Panariello in questo modo viene salvaguardato il diritto di cronaca -, mentre la conoscenza degli atti processuali va riservata alle parti coinvolte che “se lo vogliono possono poi metterli a disposizione”.
Panariello ha tra l’altro detto che “in questi giorni” i difensori di Boffo hanno chiesto copia degli atti del fascicolo.
“Considerato che il diritto di cronaca deve essere inteso come libertà di divulgare e pubblicare fatti - ha scritto il gip nel dispositivo con cui autorizza la visione del decreto - e che, pertanto, tale diritto nella fattispecie appare salvaguardato attraverso il rilascio di copia del decreto penale di condanna conclusivo del procedimento, con la cancellazione delle generalità della persona offesa e del suo difensore, a tutela del diritto alla riservatezza di questi ultimi, trattandosi di un fatto oggettivo accertato con decisione irrevocabile e, quindi, suscettibile di essere divulgato anche a mezzo di cronaca giornalistica, nell'interesse generale alla conoscenza di fatti di pubblico interesse, mentre i presupposti per l'esercizio di tale diritto non appaiono ricorrere con riferimento ai singoli atti processuali, suscettibili di varie interpretazioni e che quindi non appare opportuno fare uscire dalla più appropriata sede giudiziaria”.
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