giovedì, settembre 17, 2009
GDP: pronti a scioperare a oltranza.
Tutti in sede. Siamo tutti rientrati dalle ferie non pagate: come sempre, pronti a fare la nostra parte con lealtà nei confronti delle istituzioni .
Stia tranquillo, lo dico senza polemica, il quotidiano Il Tempo di Roma, che il giorno 5 settembre 2009 titolava «Clandestini , beffata la legge».
Incipit «Fatta la legge, scoperto l'inganno». Motivo? La sentenza di un collega di Recco, che non aveva espresso un giudizio di condanna per il reato di clandestinità ed aveva ritenuto la tenuità del fatto e quindi permesso in sostanza che «l'essere umano» continuasse a vivere in Italia , dove era domiciliato da più anni.
Ovviamente, non conoscendo completamente il fatto, mi astengo da qualsiasi giudizio nel merito. Ma da rappresentante dei gdp reputo negativamente i servizi giornalistici che traggono scandalo per una sentenza ed intervistano ministri ed ex ministri, senza contemporaneamente sentire l'esigenza di sentire lo stesso giudice e/o un rappresentante della categoria.
Ma si sa, non è la prima volta e purtroppo non sarà l'ultima, che la stampa si occupa dei gdp solo e sempre allorché, a turno le varie testate, reputano che il tal giudice non sia allineato ai loro format di giustizia o quantomeno all'idea che essi hanno della giustizia e dei giudici chiamati ad applicare le leggi, anche le più tortuose.
Mai che le opinioni vengano messe a confronto. Mai come in questi anni, il giornalismo più che informare, parteggia per questa o per quella idea di giustizia ed informa in modo distorto, se non in pochissimi casi, secondo una logica di parte. E così perde autorevolezza. Tant'è.
Sono i tempi e non ce ne dogliamo più di tanto. Lo dico anche ai tanti colleghi che, operando con tanti sacrifici, ogni volta che capitano di questi fatti saltano sulla sedia e dicono: «Ma possibile che da un caso, generalizzano sempre?».
È così. Prendiamone atto e non facciamoci il sangue più amaro di quanto già non l'abbiamo. Ritornando al reato di clandestinità , che ha costretto i coordinatori degli uffici a ferie corte per assoluta mancanza di indicazioni da parte di chi aveva l'obbligo di fornirle.
In primis il Ministero di Giustizia.
Si è navigato a vista e si naviga a vista. La magistratura nel suo complesso, in special modo le Procure della Repubblica, si sono fatte carico di dare esecuzione ad una legge farraginosa e mal formulata.
Tanto, se sbaglia qualcuno è il giudice di pace. E giù a dare legnate. Tanto è l'anello debole della giustizia. Così ritiene la stampa e qualcuno nel Ministero della Giustizia. Stanno sbagliando i calcoli.
Dopo anni di incomprensioni le due maggiori rappresentanze si sono unificate negli intenti, nel programma e nell'azione. In questi giorni hanno avviato congiuntamente l'ennesima richiesta di incontro al Ministro Alfano, ad un anno dal precedente.
Nell'occasione venne incaricato il sottosegretario di tenere i contatti ed elaborare una proposta legislativa. Non sappiamo niente. Il segreto di stato è ben custodito.
Abbiamo bussato più volte. Continuiamo a bussare, qualcuno cui sta a cuore la giustizia prima o poi ci aprirà. In tal senso abbiamo richiesto un incontro al Presidente della Repubblica ed al Consiglio Superiore della Magistratura. Eppure la casa brucia.
Al giornalista de Il Tempo, se fossi stato intervistato, avrei detto: a) in tempi non sospetti il ministro Calderoli mi dava atto di senso dello stato allorché , in fase di elaborazione del disegno di legge sul reato di clandestinità avevo preannunciato che avremmo fatto la nostra parte se chiamati a giudicare, pur avendo presente l'enorme difficoltà operativa ed il sacrificio cui saremmo stati chiamati soprattutto in caso di «citazione contestuale»; b) avrei spiegato che essendo un reato diffuso su tutto il territorio nazionale non tutti gli uffici erano attrezzati a farvi fronte; c) che gli attuali 2846 gdp (sugli originari 4700, come da organico) il 4 aprile 2010 si sarebbero ridotti a duemila e negli anni a seguire sempre di meno per la scadenza del terzo mandato per tutti, in mancanza di un atto legislativo che permetta i mandati continui sino al raggiungimento dei settantacinque anni e con verifica di professionalità ogni quattro anni; d) che i gdp non ne possono più e sono in piena crisi ,come si potrà leggere dalla lettera di addio del collega Sampaolesi di Trento.
In sostanza avrei detto con forza che il sistema gdp, continuando di questo passo, già ad aprile 2010 sarebbe imploso con effetti dirompenti e devastanti anche per i Tribunali, impossibilitati a reggere l'impatto di circa un milione cinquecentomila procedimenti che ogni anno ormai si riversano egli uffici del gdp .
Allora sì che tutti clandestini del mondo avrebbero scelto come terra di approdo il Bel Paese. Patria del diritto e dei diritti? È questo che si vuole? Chi gioca contro? Se lo chieda Il Tempo.
Io non ho una risposta. Noi la nostra parte di sensibilizzazione l'abbiamo fatta.
Nel mese di luglio siamo scesi in sciopero per sei giorni. Risposte del governo zero. Altro che sciopero bianco contro la legge sul reato di clandestinità. Siamo pronti a scioperi prolungati e su tutti fronti per la salvaguardia della nostra dignità di precari della giustizia , senza ferie retribuite , previdenza ed assistenza , e per continuare a dare risposte all'enorme richiesta di tutela dei diritti di tutti i cittadini .
Nel direttivo dell'ANGdP il 25 p.v., e nel successivo incontro con l'Unagipa, proporrò un'altra settimana di sciopero per ottobre ed una per novembre .
Sono scioperi di sensibilizzazione affinché nessuno possa dire di non avere saputo, neanche l'Associazione Nazionale Magistrati né l'Organismo Unitario dell'Avvocatura . Mi auguro che tutta la stampa si renda conto che non c'è tempo da perdere.
Nei mesi scorsi gli onorevoli Pelino, Marinello ed altri hanno proposto emendamenti e disegni di legge che vanno in direzione di mettere mano alla materia, salvaguardando le professionalità acquisite degli attuali gdp. Il Senato ha approvato un ordine del giorno in tal senso.
Analogo odg è stato presentato alla camera dei deputati. Il sottosegretario agli Interni Mantovano a nome del Governo lo ha accolto. Il Ministero della Giustizia tace.
di Francesco Cersosimo
Presidente Associazione nazionale giudici di pace
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