martedì, settembre 23, 2008

Il governo vara un "filtro" per i ricorsi in Cassazione.


Con un emendamento alla manovra finanziaria e approvato nelle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio della Camera, l'esecutivo punta a inserire una sorta di "paletto" ai ricorsi in terzo grado.
Secondo l'emendamento, sarà un collegio di tre magistrati della Cassazione a stabilire se il ricorso è ammissibile o no in base a una serie di criteri, tra i quali la precedente giurisprudenza della Corte.
Il testo di modifica del sistema giudiziario proposto dal governo prevede che un ricorso, per una causa civile, sia dichiarato ammissibile solo: a) quando il provvedimento impugnato ha deciso le questioni di diritto in modo difforme da precedenti decisioni della Corte; b)quando il ricorso ha per oggetto una questione nuova o una questione sulla quale la Corte ritiene di pronunciarsi per confermare o mutare il proprio orientamento ovvero quando esistono contrastanti orientamenti nella giurisprudenza della Corte; c) quando appare fondata la censura relativa a violazione dei principi regolatori del giusto processo; d) quando ricorrono i presupposti per una pronuncia ai sensi dell'articolo 363.
Sull'ammissibilità del ricorso la Corte decide in camera di consiglio con ordinanza non impugnabile resa da un collegio di tre magistrati.
In caso di inammissibilità il relatore deposita una relazione con la concisa esposizione delle ragioni della decisione.
Se il ricorso è inammissibile il procedimento passa in giudicato.
La capogruppo del Pd in commissione Giustizia Donatella Ferranti, ha dichiarato che il suo partito non è pregiudizialmente contrario al "filtro", ma ne fa una questione di metodo e critica i criteri di ammissibilità e inammissibilità come «generici e troppo discrezionali» e l'assenza del contraddittorio.
«Sono colpi di mano che non si possono fare, non è serio», ha commentato ancora Ferranti.
Ma dubbi ci sono anche nel Pdl: durante la discussione e l'approvazione della proposta di modifica, infatti, la Lega con Rodolfo Paolini, ma anche singoli esponenti del Pdl, come Manlio Contento o lo stesso presidente della commissione Affari Costituzionali, Donato Bruno hanno invitano il governo a riflettere attentamente sulla sua decisione.
«Più di qualcuno nella maggioranza ha espresso perplessità.
Se si vuole discutere dei criteri di ammissibilità dei ricorsi in Corte di Cassazione bisogna fare una riflessione più approfondita», ha detto Manlio Contento, esponente del Pdl e membro della commissione Giustizia alla Camera.
«Bisogna evitare - ha aggiunto - che questo filtro comporti uno spostamento dei processi sulle Corti d'Appello. Inoltre, si dovrebbero togliere dai criteri per l'ammissibilità dei margini eccessivi di discrezionalità».

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