mercoledì, settembre 03, 2008
Giustizia, Grillo (Oua): è l’ora delle riforme, nessuno si tiri indietro.
Si deve poter discutere di tutto senza tabù: assetto della giurisdizione, organizzazione giudiziaria, processo civile, Csm e separazione delle carriere
Michelina Grillo, presidente Oua, è intervenuta questa mattina al seminario organizzato a Roma dall’Udc sulla Giustizia.
A margine dei lavori ha dichiarato: «Adesso non si deve più tornare indietro. Le prese di posizione di questi giorni dimostrano che sulla Giustizia ci si può confrontare, senza anatemi e con spirito costruttivo. Riformare un sistema inefficiente, ingiusto e dannoso, com’è quello attuale, è un dovere per chiunque governa. È essenziale, però, che non si tratti di riforme imposte e calate dall’alto. Per questo è fondamentale il contributo di tutte le forze politiche e di tutti i soggetti protagonisti della Giurisdizione. Come avvocati lavoriamo da anni per questo obiettivo ed apprezziamo l’idea fatta propria oggi dall’on. Michele Vietti, di rendere permanente questo tavolo di confronto tra avvocati, magistrati, politica e accademia, per accompagnare il percorso riformatore annunciato dal Ministro, sino al suo definitivo compimento. È infatti qualcosa che si avvicina molto alla proposta che abbiamo lanciato da tempo di una Costituente per la Giustizia: rappresenta quindi per l’Oua un importante risultato raggiunto. Finita la stagione delle delegittimazioni reciproche è ora di discutere sul merito delle questioni ed individuare gli obiettivi. Non ci possono essere tabù: anche mettere mano alla Costituzione, che in alcuni punti mostra segni di obsolescenza, purchè con equilibrio e senza porre in discussione l’autonomia della magistratura, è possibile. Si deve poter discutere, ad esempio, di riforma del Csm, di separazione delle carriere e obbligatorietà dell’azione penale. Temi già affrontati dall’Oua in sede di Bicamerale. Occorre anche intervenire in modo deciso e organico sul processo civile, per ridurre i tempi e aumentare le garanzie e l’efficienza, modulando un rito, il cui modello abbiamo sommariamente illustrato, che consenta di conseguire risultati di semplificazione, tendenziale unificazione, razionale impiego della risorsa magistrato e compatibilità con il processo telematico. Occorre poi riflettere – opinione apparsa largamente condivisa – sulla possibilità di continuare oggi a rimettere alla giurisdizione, risorsa preziosa, l’intero spettro della tutela dei diritti. Appare dunque plausibile riservare il monopolio statale assoluto sulla giurisdizione a quelle materie, come il diritto criminale e di famiglia e stato delle persone, che investono i diritti indisponibili, ed ipotizzare di consentire ai corpi intermedi della società, tra cui gli Ordini professionali, di costituire organismi giurisdizionali e di conciliazione secondo criteri di accreditamento predeterminati per legge, da affiancare ai Tribunali statali, con l’affermazione ineludibile del ruolo della difesa, per moltiplicare l’offerta di Giustizia al cittadino, eventualmente con un ruolo attivo delle Regioni nell’organizzazione del servizio. Si è respirata un’aria nuova e diversa: tutte le forze politiche presenti hanno significativamente riconosciuto la necessità di un riequilibrio tra poteri dello Stato, riducendo i condizionamenti della magistratura associata, e rivendicando così alla politica il ruolo autonomo e la prerogativa di adozione delle scelte, che le competono. Siamo quindi orgogliosi che molte delle proposte che hanno preso corpo in questi due giorni rispecchino le analisi e le elaborazioni prodotte dall’OUA in questi anni.
Roma, 3 settembre 2008
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