La Giunta della Unione delle Camere Penali,
Premesso
che fin dallo scorso mese di agosto, al contrario, si sono succeduti interventi legislativi, sul tema della professione forense, di cui è stata immediatamente denunciata l’erroneità e la parzialità;
che, nel quadro della protesta riguardante le condizioni materiali del diritto di difesa in Italia, già nel mese di ottobre aveva inserito tale argomento tra i motivi dell’astensione di una settimana dalle udienze finalizzata a denunciare e contrastare “la gravità dell’attacco in corso alla funzione difensiva”;
che nel mese di dicembre, a seguito del varo del D.L., si era denunciata l’ipotesi draconiana di abrogazione automatica dell’ordinamento professionale, la quale non aveva “altro significato che quello di una pressione per mettere con le spalle al muro l’avvocatura”, rilanciando la necessità di una specializzazione “legata alla pratica forense, e non meramente virtuale, come sarebbe quella acquisita solo all'interno dell'università”
evidenziato
che il tema del assetto della professione forense, ed ancor più quello del ruolo sociale dell’avvocato viene affrontato da tempo, e massimamente in questi ultimi giorni, senza tenere in conto la specificità e della centralità di tale figura professionale quale garante dei diritti dei cittadini ma solo in un ottica economicistica;che, di fronte ad una situazione in cui sarebbe necessario, nell'interesse dei cittadini, verificare le condizioni di accesso e la preparazione dei futuri avvocati, promuovere l'aggiornamento e la specializzazione professionale, irrobustire le verifiche deontologiche, tutelare l'indipendenza degli avvocati, le soluzioni che vengono via via inserite sono di segno diametralmente opposto;
che, in particolare, le preannunciate riforme che dovrebbero essere varate nei prossimi giorni, inseriscono modalità di abilitazione professionale che prescindono da qualsiasi competenza pratica, da qualsiasi conoscenza sul campo, da qualsiasi verifica di carattere deontologico;
che la previsione di società professionali con la partecipazione di soci non professionisti mette a rischio l'indipendenza degli avvocati e, specificamente nel settore penale ed in determinati contesti, mette in pericolo la stessa autonomia decisionale dei difensori;
che nessuna garanzia di effettiva tutela avrebbe il diritto di difesa del cittadino senza un serio ed adeguato controllo disciplinare, quale gli avvocati penalisti propongono da lungo tempo;
sottolineato
che nonostante le richieste avanzate con sempre maggior frequenza, nessuna interlocuzione politica su tale tema è stata aperta dal governo nei confronti dell’avvocatura, verso la quale si sono rivolte espressioni liquidatorie e stereotipate, fin qui mantenendo un atteggiamento di totale chiusura;chiede
che la riforma dello statuto dell'avvocatura venga realizzata dando impulso al progetto di legge professionale giacente in Parlamento, conseguentemente stralciando le norme che riguardano tale tema dai provvedimenti di urgenza;delibera
lo stato di agitazione dei penalisti italiani sul tema della riforma forense;
dispone
l’invio della presente delibera al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro della Giustizia, ai Presidenti delle Camere, ai Presidenti delle Commissioni Giustizia dei due rami del Parlamento, ai Capigruppo del Senato ed agli On.li Senatori.Roma 15 gennaio 2012
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