Vincenzo Carbone poteva essere nominato Primo Presidente della Corte di Cassazione.
Lo ha stabilito il Tar del Lazio, accogliendo il ricorso presentato dall’alto magistrato contro il Consiglio Superiore della Magistratura che aveva deciso di non procedere alla sua nomina a Primo presidente della Suprema Corte a causa dell’attività di insegnamento prestata all’università senza la prescritta autorizzazione dell’organo di autogoverno.
Secondo i giudici amministrativi il ricorso è fondato in quanto il ricorrente ha ritenuto legittimamente che non fosse necessario avvertire il CSM in quanto quest’ultimo – che lo aveva in precedenza nominato presidente aggiunto della Suprema Corte - era a conoscenza dell’incarico extragiudiziario esercitato e non lo aveva considerato un ostacolo alla nomina.
Il tribunale amministrativo ha inoltre rilevato che, non avendo il CSM mai chiesto chiarimenti in merito, la mancanza dell’autorizzazione non può costituire un valido motivo per non conferire l’incarico di Primo presidente, dando in sostanza il via libera alla nomina di Carbone al vertice della Suprema Corte.
Ma è quasi certo il ricorso al Consiglio di Stato e la vicenda rischia di allungarsi per un tempo imprevedibile.
(Tar Lazio sent. n. 3036/2007)
Lo ha stabilito il Tar del Lazio, accogliendo il ricorso presentato dall’alto magistrato contro il Consiglio Superiore della Magistratura che aveva deciso di non procedere alla sua nomina a Primo presidente della Suprema Corte a causa dell’attività di insegnamento prestata all’università senza la prescritta autorizzazione dell’organo di autogoverno.
Secondo i giudici amministrativi il ricorso è fondato in quanto il ricorrente ha ritenuto legittimamente che non fosse necessario avvertire il CSM in quanto quest’ultimo – che lo aveva in precedenza nominato presidente aggiunto della Suprema Corte - era a conoscenza dell’incarico extragiudiziario esercitato e non lo aveva considerato un ostacolo alla nomina.
Il tribunale amministrativo ha inoltre rilevato che, non avendo il CSM mai chiesto chiarimenti in merito, la mancanza dell’autorizzazione non può costituire un valido motivo per non conferire l’incarico di Primo presidente, dando in sostanza il via libera alla nomina di Carbone al vertice della Suprema Corte.
Ma è quasi certo il ricorso al Consiglio di Stato e la vicenda rischia di allungarsi per un tempo imprevedibile.
(Tar Lazio sent. n. 3036/2007)
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