venerdì, agosto 19, 2011

De Tilla: «distinguere le professioni dall'attività d'impresa».


L'Oua – l'Organismo unitario dell'avvocatura – chiede la modifica dell'articolo 3 della manovra ferragostana.
Per Maurizio de Tilla «il decreto legge 138/2011, all'articolo 3 fa un grave errore: include la riforma delle libere professioni nella manovra economica bis e la inserisce nel capitolo relativo alle imprese, senza alcun distinguo, oltretutto, per il ruolo di rilevanza costituzionale dell'avvocatura, già sancito dagli articoli 24 e 111 della nostra Carta».
«Le professioni – ha proseguito de Tilla – non hanno nulla a che vedere con la libertà di impresa ed è quindi inaccettabile che il legislatore faccia confusione tra attività intellettuale e attività economiche, mettendo, quindi, in relazione le professioni con le imprese e le regole della concorrenza».
Per De Tilla, è evidente che l'operazione sottintende una liberalizzazione selvaggia.
Quindi chiede che, in fase di conversione, si intervenga subito sulla parte della manovra di agosto che riguarda le professioni: «Serve innanzitutto – ha concluso – la modifica della rubrica dell'articolo 3 del decreto legge e che venga espunta la parte riguardante la riforma delle professioni con una norma autonoma (articolo 3 bis) che definisca in un quadro chiaro la totale separazione tra impresa e libere professioni intellettuali. Nonché l'eliminazione di ogni riferimento all'articolo 41 della Costituzione».

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