Carissimi Presidenti e Rappresentanti dell’Avvocatura,
il XXX Congresso Nazionale Forense, con una mozione approvata all’unanimità (presenti più di 1.000 delegati in rappresentanza di 230 mila avvocati), ha affermato che l’Avvocatura non intende avallare un approccio legislativo che possa compromettere il diritto del cittadino al giusto processo.
La crisi della giustizia non si risolve con provvedimenti tampone o con l'introduzione a forza di sistemi obbligatori di media-conciliazione, ma necessita di interventi strutturali a livello legislativo e organizzativo, e l'istituto della mediazione, così come concepito, appare non corrispondente alle direttive europee in merito , nonché in palese contrasto con i principi costituzionali del nostro ordinamento.
Tutto ciò premesso, il Congresso ha chiesto agli organi istituzionali e politici dell'avvocatura (CNF e OUA), ciascuno secondo le sue competenze, di adoperarsi presso ogni sede per l'abrogazione dell' obbligatorietà del ricorso alla mediazione quale condizione di procedibilità dell'azione e, nelle more, per il differimento dell'entrata in vigore del D.Lvo. 28/2010 in attesa delle modifiche formulate nei seguenti termini:
1) abrogazione della previsione di annullabilità del mandato per omessa comunicazione preventiva al cliente della possibilità della conciliazione;
2) obbligatorietà della difesa tecnica;
3) previsione di un periodo di sperimentazione per valutarne i vantaggi e problematiche;
4) abrogazione della previsione di una proposta del mediatore in assenza di una congiunta richiesta dalle parti;
5) abrogazione di tutte le disposizioni che stabiliscono un collegamento tra la condotta delle parti nel procedimento di mediazione e il processo;
6) previsione della competenza territoriale per gli organismi di conciliazione in correlazione a quella del giudice competente per legge.
Al noto degrado della giustizia civile (mancano anche i fondi per il processo telematico)s’unisce l’erroneo convincimento che con la prevista mediaconciliazione obbligatoria si possa deflazionare il carico giudiziario.
In realtà le cose andranno in senso opposto.
Aumenterà l’esasperazione dei cittadini per non poter adire il giudice; fioccheranno le questioni di incostituzionalità e si incrementeranno le ostilità alla media conciliazione.
Si è autorevolmente sostenuto che l’istituto della mediaconciliazione obbligatoria è incostituzionale perché viziato da eccesso di delega e in contrasto con l’art. 24 Cost.
L’OUA, che si è reso promotore della battaglia contro l’obbligatorietà della media conciliazione, chiede sul punto l’unità dell’Avvocatura.
L’OUA, insieme ad alcuni Consigli dell’Ordine ed Associazioni Forensi, ha presentato ricorso al TAR contro il regolamento che dequalifica la figura del media conciliatore.
L'OUA e il CNF, quali soggetti deputati per Statuto alla esecuzione delle delibere congressuali, si devono adoperare perché venga fissato un incontro con il Ministro Alfano al quale sottoporre la mozione congressuale approvata all'unanimità sulla media conciliazione, mozione che per l'appunto prevede di adoperarsi presso ogni sede per l'abrogazione dell'obbligatorietà della stessa, nonchè per l'approvazione delle modifiche ivi indicate.
Molti cordiali saluti.
Avv. Maurizio de Tilla
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