martedì, gennaio 25, 2011

De Bello, una questione di stile.


La vita è anche questione di stile e di scelta. Lorenzo De Bello, al quale mi legavano indissolubili rapporti di affettuosa amicizia, se ne è andato in questa giungla d'assalto in punta di piedi. Il solito e ricorrente "male incurabile" l'ha tratto a morte.
Negli ultimi tempi della sua vita terrena - ecco la scelta e lo stile - consapevole del male che ne aveva stravolto il fisico decise di chiudersi nel silenzio della sua abitazione. Era cosciente della irreversibilità del male. Emarginarsi dalla società e dalla professione è stata indubbiamente una scelta coraggiosa.
Non ha inteso angosciare nessuno ed essere gratificato dalle solite parole di circostanza. Anche la volontà di essere cremato è stata una scelta! Molto è stato detto e scritto su Lorenzo De Bello, ma altre tappe della sua attività di penalista e di rappresentante della società civile sono rimaste nell'ombra.
Quando ricopriva la carica di Presidente della Cassa di risparmio salernitana ha promosso la cultura. Per i tipi di "Franco Maria Ricci" ha pubblicato volumi sulla storia di Ravello, Paestum ed altre località turistiche di interesse internazionale. Il volume "Salerno tra cronaca e storia" del defunto maestro della chirurgia Matteo Della Corte, cultore della fotografia, a cui collaborai, fu un vero e proprio bestseller. Professionalmente, memore degli insegnamenti di Aldo Moro, suo relatore agli esami di laurea all'Università di Bari, si accostò con consapevole responsabilità all'avvocatura penale.
Visse l'epoca in cui il foro di Salerno espresse un folto numero di penalisti come Dino Gassani, Diego Cacciatore, Dario Incutti, Paolo Carbone, Silverio Sica, ancora indossano con successo la toga.
Lorenzo De Bello era, come suol dirsi, un penalista-discreto. Nel senso che all'oratoria dirompente preferiva il ragionamento "in fatto e in diritto". Tanti i processi, sia alla difesa che alla parte civile, che lo videro protagonista. Politicamente, si formò a fianco dell'avvocato Galillo Barbirotti. Non si lasciò ammaliare da altre idee politiche.
Non rinnegò mai il suo credo socialista. Strenuo difensore dell'ex sindaco di Salerno Vincenzo Giordano ma anche consigliere attento ed ascoltato. I contenuti del libro, per i tipi "La Fenice", di Vincenzo Giordano, "Salerno socialista", che ebbi il privilegio di "mettere in ordine" prima di passare alla stampa, furono sottoposti, su mia richiesta, al vaglio di Lorenzo De Bello. Decise che alcuni capitoli dovessero essere tolti.
Potevano aprire la strada all'ipotesi di diffamazione non perchè i fatti denunciati dall'autore non fossero realmente accaduti. Mancavano le prove! Vincenzo Giordano, inizialmente rifiutò il consiglio del suo difensore, alla fine, si convinse e il libro "Salerno Socialista" fu trionfalmente presentato ad una marea di gente nel salone della Provincia.
Lorenzo De Bello era questo ed altro! Infatti, gli sollecitai il patrocinio di un giornalista ingiustamente accusato di diffamazione. Lo fece assolvere e non pretese alcun compenso. Mi disse semplicemente: «L'amicizia vale più della rinuncia ad un compenso». Mi piace ricordarlo così!
di Enzo Todaro

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