martedì, maggio 28, 2013

L’UNIONE CAMERE PENALI NON ADERISCE ALL’ASTENSIONE DEL 29 E 30 MAGGIO.

 
Pubblichiamo la lettera che il Presidente dell'Unione ha inviato ai Presidenti delle Camere Penali in ordine all'astensione indetta dall'Oua per i prossimi giorni.

Ai Presidenti delle Camere Penali
 Loro Sedi

Caro Presidente,
così come discusso nel corso della ultima riunione del Consiglio delle Camere Penali, la Giunta non ha emesso alcuna delibera per ciò che concerne l'astensione dalle udienze proclamata dall'OUA per i giorni del 29 e del 30 prossimi per l’assorbente considerazione secondo la quale una delibera di “non adesione” a qualche iniziativa è una vera e propria contraddizione in termini.
Del resto, come ampiamente noto, l'Unione non riconosce alcuna rappresentatività all’OUA e, da tempo assai risalente, i deliberati congressuali inibiscono ogni forma di adesione a tale organismo ed alle sue iniziative.
Nel caso concreto, peraltro, l’astensione dalle udienze è un esempio assai evidente di strumentalizzazione di due temi, la geografia giudiziaria ed i parametri, sui quali tale organismo non solo opera in maniera contraddittoria ma, come ampiamente risultato nel corso dell'incontro svolto proprio ieri avanti al Ministero, si trova isolato sia rispetto al CNF che ad altre associazioni nazionali.
Su questi temi, peraltro, l’Unione ha sempre mantenuto una linea coerente con la propria impostazione di associazione che si occupa della tutela dei diritti dei cittadini e della difesa penale, senza inseguire istanze demagogiche, o peggio corporative, e soprattutto senza tradire la propria ispirazione associativa che è tutto meno che di tipo sindacale. In questo senso abbiamo sostenuto fin dall'estate del 2011 che la geografia giudiziaria deve essere adeguata ma non con la logica dei tagli lineari, ed abbiamo segnalato le situazioni di evidente ingiustizia.
Identicamente, sulla questione dei parametri siamo intervenuti e continuiamo a farlo, sia sul CNF che sul Ministero, per modificare la situazione soprattutto per ciò che concerne la potenziale violazione e o mortificazione del diritto di difesa che si può realizzare in sede di liquidazione dei compensi dei difensori di ufficio o nel caso del patrocinio a spese dello Stato.
Tutto nello spirito di rafforzare il diritto di difesa per i cittadini, come è nella nostra storia.
Un forte abbraccio.
Roma, 28 maggio 2013
Valerio Spigarelli

Nessun commento: