lunedì, marzo 26, 2012
Congresso Forense: la relazione del V.Presidente del CNF.
(AGENPARL) , Roma -Combattere la visione mercantilistica dei diritti e della professione forense del Governo; reagire alla crisi del monopolio statale della giurisdizione; puntare all’abrogazione delle norme delle varie Manovre che mortificano i valori essenziali dell’avvocatura, professione alla quale la Costituzione riconosce una specificità; approvazione di uno Statuto che rafforzi accesso, formazione, specializzazione, controllo deontologico domestico, qualificazione; unità dell’avvocatura come monito alla politica contro l’affievolimento dei diritti.
Si declina su queste quattro direttrici la relazione che il vicepresidente del Consiglio nazionale forense, Ubaldo Perfetti, ha tenuto in apertura dei lavori del Congresso forense straordinario forense che tenutosi a Milano.
Il vicepresidente del Cnf ha parlato in sostituzione del presidente Guido Alpa, impedito a partecipare all’evento. Il Congresso dell’avvocatura “I diritti non sono merce” è stato convocato d’urgenza per esprimere tutto il disagio di una categoria che sta subendo cosiddette “riforme”, ideologicamente dettate dalla primazia dell’economia sui diritti.
“Riforme viziate dall’uso ideologico del diritto comunitario e dall’uso ideologico dell’emergenza economica”, ha scandito Perfetti. “L’avvocatura deve combattere la visione mercantistica che si sta imponendo nel Paese. Gli ultimi interventi, dalla Manovra di luglio al decreto Cresci-Italia, stanno modificando profondamente il volto della professione e con arroganza lo fanno con atti amministrativi regolamentari. E’ così che incideranno su una attività professionale che è riconosciuta dalla Costituzione”, ha detto Perfetti.
“Quel che più è peggio è che con la stessa visione si interviene sul processo e sulla tutela dei diritti, con provvedimento che apparentemente sembrano frammentari (mediazione obbligatoria, aumenti dei costi di accesso alla giustizia, sanzioni pecuniarie nel processo) ma che in realtà corrispondono a un disegno preciso: mettere in crisi il monopolio statale della giurisdizione, privatizzare la giustizia. Contro questo disegno l’avvocatura deve reagire”.
Il vicepresidente del Cnf ha evidenziato come le scelte del Governo siano “di retroguardia” rispetto alla visione più moderna della Unione europea, che con la Carta dei diritti fondamentali ha ribaltato la visione economicistica in funzione di una maggiore tutela dei diritti a garanzia dei cittadini.
“L’avvocatura non può rinunciare alla sua autonomia, espressa anche attraverso gli Ordini; non accetta la mortificazione in atto e deve insistere a chiedere una propria riforma con legge, con la consapevolezza della necessità di modifiche che ormai sono ineluttabili. Dobbiamo continuare la nostra azione per ottenere l’abrogazione di quelle norme che sono contrarie ai valori fondanti della professione come le società con soci di puro capitale, un tirocinio ridotto, la completa abolizione dei riferimenti tariffari etc.
Agli avvocati in Congresso, Perfetti ha fatto un appello all’unità, a individuare quello che unisce per mandare un forte monito alla politica a “non mercificare i diritti”, ha concluso Perfetti.
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