mercoledì, settembre 14, 2011
«Sui tagli ai tribunalini scelte caso per caso».
Il ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma ha precisato che nel decidere accorpamenti e tagli il governo «valuterà caso per caso la situazione geografica, infrastrutturale e il tipo di pendenze. Perché – ha aggiunto – la revisione è ispirata, sì, a problemi economici e di efficienza dell'azione giudiziaria, ma non può prescindere dalle esigenze dei cittadini serviti da un determinato Tribunale».
La delega per la riforma sarà votata in settimana con il dl sulla manovra economica e subito dopo il ministero si metterà al lavoro – anche con il Csm – per i decreti delegati (ci sono 12 mesi di tempo).
Si dovrebbe partire «dal basso»: prima i giudici di pace, poi le sezioni distaccate, infine i Tribunalini ed, eventualmente, le Procurine per le quali, peraltro, la delega parla di «possibilità» di accorpamento, senza alcun vincolo.
Quest'ultimo, è uno dei punti che preoccupano di più l'Anm, pur favorevole alla revisione della geografia giudiziaria, perché si teme, tra l'altro, che la disarticolazione di Tribunali e Procure possa diventare il primo passo (sia pure solo fisico, e quindi simbolico) di una separazione tra giudici e pm.
«Non condivido questa critica» ha detto ieri Nitto Palma né le altre due formulate dall'Anm «che chiede - ha ricordato - di eliminare i Tribunali con meno di 20 magistrati e che non ci sia il limite di 3 Tribunali per ciascun distretto di Corte d'appello». «Non è detto che un Tribunale piccolo sia un non Tribunale», ha sostenuto il guardasigilli dopo aver precisato che si procederà «caso per caso», sulla base dei criteri fissati nella delega.
Nella quale, peraltro, non sono indicati numeri né per quanto attiene il numero di uffici da tagliare o accorpare né sulle dimensioni minime dei Tribunalini.
Spetterà a un pool di magistrati del ministero – dopo il voto di fiducia della Camera – individuare i tagli e gli accorpamenti.
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