lunedì, settembre 19, 2011
CNF: riforma forense subito per garantire professionalità e qualità ai cittadini.
Roma. “La manovra bis presenta profili di criticità, di metodo e di merito, che il Cnf ha più volte sollevato; ma riconosce la specificità degli ordinamenti professionali a garanzia della indipendenza e dell’autonomia delle professioni, distinguendola dall’ attività di impresa. Alcuni dei principi enunciati sono già contenuti nella riforma della professione forense (formazione obbligatoria, assicurazione obbligatoria, compensi ai praticanti, ndr) che è a metà del guado, essendo stata già approvata dal senato. Chiediamo dunque l’approvazione veloce del provvedimento anche alla camera per corrispondere alle esigenze di qualità e professionalità, attesa la peculiarità della professione forense ”.
In questi termini si è espresso oggi il consigliere segretario del Cnf Andrea Mascherin, intervenuto all’assemblea dell’Organismo unitario dell’avvocatura che si è tenuta a Roma. Mascherin ha indicato alla platea di Ordini e associazioni una strada, sulla quale i partecipanti si sono in massima parte ritrovati, che l’avvocatura deve responsabilmente percorrere: “Occorre privilegiare la responsabilità sociale dell’avvocato per puntare ad una società in cui contino diritto e legalità e non si faccia esclusivo appello al mercato, che ha dimostrato la sua insufficienza. L’avvocatura deve lavorare su iniziative di proposte, e non di protesta sterile, condurre analisi e predisporre soluzioni alternative in un progetto costruttivo di efficienza della giustizia e di qualificazione dell’avvocatura a tutela dei cittadini. Ben vengano iniziative pubbliche che abbiamo questo spirito”.
Il segretario Cnf ha evidenziato anche gli aspetti critici delle manovre di luglio e di agosto, ingiustificatamente punitive nei confronti dei cittadini prima ancora che degli avvocati, come la previsione di sanzioni per chi non si presenta in mediazione e l’aumento a tappeto del contributo unificato. Senza contare l’inadeguatezza del metodo di inserire norme spot in materia di giustizia in decreti leggi approvati a colpi di fiducia al di fuori di un disegno complessivo.
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