giovedì, novembre 25, 2010

«Noi, avvocati in prima linea per la giustizia».


Genova, 25/11 - Hanno portato a casa un successo e ora gli organizzatori del congresso numero 30 degli avvocati italiani potranno discutere di una riforma approvata, sia pure a metà, dopo cinquant’anni.
Non è una vittoria indolore, perché l’approvazione da parte del Senato delle nuove norme sulla professione ha lasciato qualche strascico polemico, nella politica e nella stessa avvocatura. Ma ora c’è sul piatto un testo vero, su cui discutere, su cui confrontarsi. E dal quale ricominciare.
La parola d’ordine dell’appuntamento che prende il via questa mattina sulla Costa Concordia attraccata alla Stazione Marittima è “L’avvocatura italiana al servizio dei cittadini”.
E questo si presenta come il filo conduttore. Sui diritti, sia quelli umani in senso più lato, sia su quelli minuti, quotidiani dei cittadini, battono molto gli avvocati italiani.
Il ruolo sociale, l’efficienza del sistema giudiziario italiano (civile e penale), la riforma forense e le prospettive dell’avvocatura nel contesto nazionale saranno al centro di questi tre giorni di dibattito organizzati dall’Ordine degli avvocati di Genova, sotto l’egida delle istituzioni nazionali dei legali italiani. Che potrebbero culminare con l’intervento (ancora tutto da confermare) del ministro della Giustizia Angelino Alfano.
Più di duemila sono i professionisti arrivati da tutta Italia che parteciperanno anche al ricco programma di iniziative collaterali in città, che è stato realizzato in collaborazione con il Comune di Genova.
Il primo commento è del padrone di casa. Stefano Savi, presidente degli avvocati genovesi e segretario generale del congresso, spiega: «Sono lieto sia Genova, città dei diritti e di grande tradizione forense, a ospitare un’assise che si preannuncia straordinaria per la nutritissima partecipazione. Oltre duemila colleghi dibatteranno i temi più attuali per la professione, in un clima che l’instabilità del quadro politico contribuisce a rendere particolarmente critico».
Le criticità non se le nasconde nemmeno Guido Alpa, il presidente del Cosiglio nazionale forense: «Siamo fiduciosi che l’importante risultato raggiunto al Senato possa rappresentare uno stimolo a dibattere con spirito costruttivo i temi sul tappeto, in modo che da Genova arrivi forte il segnale di un’avvocatura pronta a raccogliere le sfide e che si proponga come garante della legalità e della promozione dei diritti».
Il via libera del Senato alla riforma forense è stata una «grande vittoria» , sottolinea a sua volta il presidente dell’Oua (l’organismo unitario dell’avvocatura) Maurizio De Tilla. Ricorda l’«insistenza» con cui la sua organizzazione ha chiesto l’abrogazione della legge Bersani, quella che aveva dato, a parere di molti legali, il semaforo verde a una liberalizzazione troppo spinta e che si è rivelata controproducente soprattutto per i cittadini.
Ora la battaglia si sposta sulla conciliazione obbligatoria, «un sistema sbagliato, penalizzante per gli avvocati, confuso e dannoso per i cittadini e per il buon funzionamento della giustizia civile»-. Contro il quale l’Oua ha presentato ricorso al Tar e intende investire anche la Corte di Giustizia europea.
Le criticità del momento, però, sono anche economiche.
«E gli avvocati stanno pagando pesantemente gli effetti della crisi economica - evidenzia Marco Ubertini, Presidente della Cassa di previdenza e assistenza forense - e i dati in nostro possesso dimostrano come, per il secondo anno consecutivo, si sia registrata una riduzione dei redditi. Nel corso del Congresso avanzeremo alcune proposte concrete in favore delle fasce più deboli del mondo forense: i giovani, le donne (in particolare rispetto alla maternità) e gli anziani».

Tratto dal sito: http://www.ilsecoloxix.it

Nessun commento: