mercoledì, agosto 26, 2009

Guardasigilli Alfano: non ci saranno nuovi indulti.


RIMINI - Il governo non pensa a proporre nuovi indulti, dopo le polemiche degli anni scorsi successive all'indulto votato dal Parlamento nel 2006 e che era stato richiesto dal Papa Giovanni Paolo II nel corso della sua storica visita a Montecitorio.
Lo ha detto il ministro della Giustizia Angelino Alfano parlando a margine del Meeting dell'amicizia in corso a Rimini.
"Non ci saranno nuovo indulti: lo dico chiaramente da un anno", ha detto Alfano."In Italia ci sono oltre 63mila detenuti, di cui oltre 20mila sono stranieri. Il che vuol dire che le carceri italiane sono idonee ad ospitare i detenuti italiani, ma con l'aggiungersi degli stranieri agli italiani si supera la capienza non solo regolamentare ma anche quella tollerabile dei penitenziari che ci sono".
"Ho fatto - ricorda Alfano - un appello all'Ue: non può da un lato esercitare sanzioni e dall'altro chiudere gli occhi sul fenomeno del sovraffollamento carcerario che deriva dalla presenza di detenuti stranieri: un fenomeno a cui la Ue deve prestare attenzione. La Ue o si fa promotrice di trattati o deve dare risorse economiche agli Stati più interessati dal problema dei detenuti stranieri per costruire nuove carceri".
"Noi - ribadisce il Guardasigilli - non intendiamo procedere sulla via seguita per 60 anni dalla Repubblica italiana: 30 provvedimenti di amnistia indulto per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri. Si fanno uscire ogni 2 anni 30mila detenuti ma il problema non si risolve mai. Noi puntiamo sulla realizzazione di nuove carceri e sul lavoro in carcere per abbassare la recidiva".
Alfano e' poi tornato sul confronto sulla giustizia.
"Avvieremo la stagione autunnale con una grande disponibilità al confronto sulla Giustizia e una grande buona volontà. Vogliamo provare davvero a fare una riforma della Giustizia che abbia il consenso più largo possibile", ha detto Alfano ed ha annunciato: "Prima di andare in Parlamento proporrò un confronto a tutto campo sui temi della riforma della Giustizia".
"In questo primo anno di legislatura - ha spiegato - abbiamo varato due importantissimi provvedimenti, il pacchetto antimafia e la riforma del processo civile, su cui è stato possibile procedere senza grandi scontri né lacerazioni. Proveremo a fare altrettanto anche nell'ambito del processo penale e delle riforme costituzionali in materia di Giustizia. E' chiaro che chiediamo altrettanta disponibilità al confronto anche all'opposizione: il dialogo non è un infinito 'bla bla' che si conclude nel nulla. Il confronto per noi è un metodo attraverso cui arrivare ad una decisione confortata da una maggioranza maggiore di quella uscita dalle urne. Chiediamo cioé il consenso ed il conforto delle forze di opposizione, ma ci deve essere da parte loro buona volontà. Noi non vogliamo fare marce indietro, non vogliamo abdicare alle tesi del nostro programma; e su di esso vogliamo confrontarci serenamente in Parlamento".
"Noi non abbiamo alcuno scontro con i magistrati - ha poi puntualizzato il Guardasigilli - Intendiamo portare avanti il progetto di riforme proposto agli elettori che lo hanno approvato con il loro voto partendo da due principi equivalenti: l'autonomia e l'indipendenza della magistratura e il fatto che i magistrati sono soggetti solo alla legge, che viene fatta dal Parlamento. Serve che tutti si rendano conto del proprio perimetro di azione. Il Parlamento è sovrano e approva le leggi. Quelle leggi i magistrati le devono applicare. Noi - conclude - non vogliamo interferire rispetto ai principi sacri di autonomia ed indipendenza della magistratura".

Nessun commento: