martedì, dicembre 18, 2012

JESSICA RABBIT, L’OMBRA DEL CANDIDATO, IL CANDIDATO OMBRA E IL GIOCO DELLE 3 CARTE.

Il primo personaggio è quello che definirei “Jessica Rabbit”: non mi sono candidato, ma mi votano, e quindi….., e si attaglia ad Antonino Galletti, che non ha mandato lettere di candidatura ai suoi compagni di assemblea, però ha partecipato al dibattito di sabato e quindi, sia pure implicitamente, dovrebbe ritenersi candidato.
Vox populi, invero di qualche spessore, lo darebbe in ritirata, per aver testato uno scarso appeal elettorale. Rimarrebbe così nella sua attuale veste di Consigliere dell’Ordine di Roma, ove coltiva forse qualche legittima ambizione, avendo negoziato Roma qualche posto (Giunta o Ufficio di Segreteria, o entrambi) con l’altro candidato gradito alla dirigenza Oua uscente, Marino.
Il secondo lo definirei “l’ombra del candidato”, figura che si attaglia per l’appunto a Nicola Marino, il quale – forte degli accordi pre-Bari con De Tilla e altri “uscentisti” – è rimasto volutamente nell’ombra, non ha inviato ad oggi alcuna comunicazione ai componenti l’assemblea e si è significativamente sottratto al confronto di sabato.
Non ne conosciamo quindi pubblicamente piglio, ardimento e programma, intendendosi per programma non già la mera esecuzione dei deliberati congressuali, cui tutti sono ovviamente tenuti, ma le linee guida più generali cui riterrebbe di informare il suo agire.
Non sappiamo, poi, quali siano la sua verve oratoria, la sua “presenza scenica”, la capacità di convincimento e di presa che può o meno esercitare sugli interlocutori. In più su di lui si allunga altra ombra, e per la precisione quella del presidente uscente, che per lui ha fatto e sta facendo campagna elettorale.
Non è tecnologico, stante la generazione cui appartiene, e quindi non compare su FB, a differenza di tutti gli altri. E’ accreditato di vari consensi, ma verosimilmente non quanto sembra. L’essere, infatti, candidato precostituito, ancor prima dell’elezione della nuova assemblea, e il non essersi prestato al confronto di certo non gli giova.
La terza figura è quella del “candidato sprinter”, di colui, cioè, che è partito con la sua candidatura già dal Congresso di Bari, scattando dai blocchi e giocando d’anticipo per prevenire possibili veti o sgradimenti, che ha ufficializzato per primo le sue intenzioni, con lettere spedite non solo all’assemblea Oua, ma anche a Ordini, Unioni e Associazioni, chiarendo il suo pensiero e affrontando così, sicuro di sé e spavaldamente, forse fin troppo ma è nel personaggio, la tenzone elettorale e il confronto con gli altri candidati.
Questa figura è quella di Emanuele Spata, del Triveneto, che ha avuto una partenza apprezzabile, da centometrista, ma con possibile fiato corto alla distanza…… Si narra, infatti, e insistentemente, che alla luce dei numeri, non esaltanti, stia anch’egli negoziando con il candidato Marino per ipotecare a qualsiasi costo con comune soddisfazione l’esito elettorale…..
Ad onor del vero Spata lo nega, avendo postato su FB sue considerazioni sulla volontà di gareggiare a viso aperto, senza accordi sottobanco, e di voler rimanere all’opposizione, ove sconfitto. E’ un atteggiamento apprezzabile, laddove poi realmente tali accordi non vi siano.
Il quarto personaggio è il “candidato fai da te” impersonato da Michele Sarno, Vice Presidente della Camera Penale salernitana, che ha reso nota la sua candidatura con un post di FB, per quanto so, e che ha preso parte al dibattito di sabato all’Aiga.
Non sono noti sponsors di rilievo, e la sua candidatura alla presidenza pone quantomeno una domanda: le Camere Penali, di cui è alto dirigente, hanno mutato avviso nei confronti dell’Oua tanto da volerne addirittura la presidenza, ovvero è lui che è in disaccordo con la sua associazione? Non conosco il collega, se non di vista, e quindi non posso aggiungere altro, se non augurargli in bocca al lupo.
Il quinto personaggio è “il candidato donna”, definizione che appare invero un po’ riduttiva, ove si considerino la storia e le esperienze pregresse di Annamaria Introini, dapprima dirigente associativa, poi componente Oua per 5 anni, di cui 3 in Giunta, oggi dimessasi dall’Ordine di Palermo per ritornare all’organismo politico. E’ una donna, quindi, che può competere nel merito e con merito.
Ha scritto ai delegati Oua, ha partecipato con entusiasmo al dibattito di sabato e sta affrontando la competizione elettorale senza inciuci e senza accordi sottobanco, con quella schiettezza che ben le riconosco, avendola avuta vicina per lungo tempo ed avendola potuta così direttamente apprezzare.
Credo che alcuni già sappiano che è il candidato che preferisco, ma non per amicizia, né per solidarietà femminile, perché le farei un grande torto. La sostengo, nel mio piccolo e qui su FB, molto più semplicemente perché penso che in questo momento storico, così delicato per l’avvocatura e per l’Oua, sia il migliore presidente possibile. E scopro di non essere assolutamente la sola a pensarla così.
Chiarezza di idee, entusiasmo, esperienza, diffuse conoscenze ed apprezzamento nel mondo politico e dell’avvocatura, un ottimo fiuto politico unito ad una necessaria dose di sicurezza e di capacità di parlare in pubblico. Ed altro non aggiungo, perché voglio lasciare a chi la conoscerà e la ascolterà di giudicare autonomamente.
Veniamo poi all’ultimo personaggio. Quale, mi direte, se hai già passato in rassegna tutti e 5 i candidati alla presidenza? Il più infido, rispondo, perché si tratta del “candidato ombra”, e cioè del candidato ad oggi non ufficializzato, ma in pectore, che sta scaldando i motori laddove ci si convinca, pur tardivamente, che “l’ombra del candidato” non ha appeal elettorale e non supera un certo livello di consenso, non sufficiente per ottenere la presidenza.
E così, chi ha fatto un passo indietro, potrebbe improvvisamente farlo avanti, e palesarsi all’ultimo momento, con un ben studiato effetto sorpresa e fors’anche con la segreta speranza di conquistare i voti di altri. Dimentica, però, il “candidato ombra” di essere comunque l’alfiere dell’altro, e di essere il primo tra coloro che hanno dato vita prima di Bari al patto degli “uscentisti”.
Lui lo dimentica, forse, ma gli altri no, e non credo che si lasceranno convincere così facilmente, nel caso in cui dismetta ogni reverenza nei confronti del collega più anziano e decida di uscire allo scoperto.
Non ne faccio il nome, ma sono certa che tutti potranno indovinarlo abbastanza facilmente, anche perché chi più dice di non essere candidato a nulla, poi si scopre e, come diceva la mia amata nonna “gallina che canta, ha fatto l’uovo”.
E tra tutti questi personaggi, si muovono coloro che già da tempo hanno negoziato ruoli e cariche, e che, quindi, voteranno non già per convinzione o per merito del candidato, ma per tutelare se stessi e la propria personale ambizione, o coloro che voteranno in un certo modo per non dispiacere gli amici.
Sono un po’ maliziosa, lo so, ma Andreotti (il “divo Giulio” e non l’amico Maurizio Andreotti componente Oua) diceva che a pensar male facilmente s’indovina.
Non vorrei, quindi, che in occasione della tornata elettorale di venerdì 21 prossimo, ai componenti dell’assemblea OUA, che approfitto per ringraziare per il loro impegno per tutti noi, si chiedesse di giocare al “gioco delle 3 carte”, che com’è noto è un gioco che a prima vista attrae, ma poi ipnotizza, ed alla fine vede tutti perdenti, salvo appunto chi le carte le manovra.
Michelina Grillo

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