venerdì, ottobre 26, 2018

Deontologia forense: la sospensione dalla professione.





"La sospensione in sede disciplinare consiste nell’esclusione temporanea dall’esercizio della professione dell’avvocato o del praticante che sia stato riconosciuto responsabile di comportamenti gravi, o nelle ipotesi in cui non vi siano le condizioni per l’irrogazione della sola censura.
Nel periodo di sospensione dalla professione, l’avvocato deve astenersi dal compiere, oltre agli atti strettamente giudiziali, anche tutti quelli da qualificarsi comunque come riservati alla categoria forense, ivi compresi quelli di assistenza non occasionale ma continuativa al fine della tutela di un diritto.
La sanzione della sospensione è esecutiva quando è decorso il termine per proporre impugnazione alla decisione di primo grado, senza che la sanzione sia stata impugnata, ovvero quando sia intervenuta la decisione del Consiglio Nazionale Forense che la conferma.
Della sospensione, una volta divenuta definitiva, viene data notizia, ai sensi del combinato disposto dell’art. 62, comma 5 della L. 247/12 e dell’art. 35, 2 del Regolamento CNF n. 2/2014, al fine di evitare che l’avvocato sospeso possa ugualmente esercitare lo jus postulandi in territorio diverso da quello del Distretto a cui appartiene. Il soggetto terzo è pertanto messo in condizione di conoscere se l’avvocato sia o meno sospeso dall’esercizio della professione: benché infatti non sussista un obbligo di pubblicazione della sospensione nell’Albo consultabile in via telematica, molti Ordini già procedono in questo senso e, in ogni caso, le informazioni potranno essere richieste all’Ordine di appartenenza, siccome contenute nell’Albo.
Non è, invece, possibile diffondere i medesimi dati a soggetti privati in assenza di una precisa previsione normativa, quale è, però, quella che garantisce l’accesso ai documenti amministrativi ai soggetti titolari di un interesse per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti (art. 22 legge n. 241/1990).
I provvedimenti disciplinari, alla luce anche del parere del Garante per la protezione dei Dati Personali (doc. web n. 6495493) non possono formare oggetto di accesso civico".

Consiglio nazionale forense (rel. Secchieri), parere del 27 giugno 2018, n. 37

Nessun commento: