lunedì, luglio 23, 2012

CAMERE PENALI: Cinque giorni di sciopero dal 17 al 21 settembre 2012.

(Adnkronos)- Cinque giorni di astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale degli avvocati penalisti dal 17 al 21 settembre: è quanto ha deliberato l'Unione camere penali italiane per esortare il Parlamento ad "approvare rapidamente la riforma della professione forense" e il Governo ad "escludere la stessa dal regolamento di riordino delle professioni e a rivedere le modifiche delle circoscrizioni giudiziarie così come finora delineate".
Inoltre, vengono richiamate "tutte le istituzioni e le forze politiche ad affrontare seriamente il problema della situazione carceraria, a riprendere il dibattito sulla riforma costituzionale della giustizia e a dare impulso ai progetti di legge sulla giustizia penale". L'Ucpi ricorda che "la riforma dell'ordinamento forense, dopo l'approvazione in Senato del novembre 2010, non è ancora stata licenziata dalla Camera nonostante l'impegno, piu' volte ribadito dai partiti, di portare rapidamente a compimento l'iter legislativo. Questa riforma - si sottolinea - è fondamentale per la corretta esplicazione del diritto di difesa, in particolare per il riconoscimento della specializzazione forense, che attuerebbe il diritto dei cittadini ad avere un difensore penale realmente adeguato al ruolo".
Ma per i penalisti, "sono molte le riforme da portare a termine: da quella delle circoscrizioni giudiziarie, sulla quale non vi è una nostra pregiudiziale opposizione ma su cui occorre ripensare l'intervento, con una ridefinizione delle circoscrizioni intelligente e non operata attraverso mere soppressioni lineari e conseguenti accorpamenti; all'accantonata riforma costituzionale della giustizia; fino al tema delle intercettazioni, dove le ripetute violazioni del segreto di indagine e la costante inosservanza delle norme che regolano la pubblicazione degli atti, producono una situazione assolutamente anomala e del tutto sconosciuta nei moderni sistemi di democrazia.
Infine, la riforma del sistema penitenziario, davanti alla situazione di evidente illegalita' in cui versano le carceri italiane.

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