venerdì, gennaio 05, 2007

Arriva la solita "inaugurazione" dell'anno giudiziario.



Il prossimo 26 gennaio si aprirà l’anno giudiziario.
E’ una cerimonia inutile e scontata, che segna anche nel calendario il ritardo della giustizia italiana, cui è necessario un mese intero per accertare la fine dell’anno precedente.
Sarà la solita geremiade, la solita richiesta di più soldi e più personale, la solita litania di numeri che certificano il collasso già avvenuto.
Si ribadirà l’inutilità dell’indulto, il permanere del sovraffollamento carcerario, l’incombere di un arretrato che cresce anche perché i magistrati lavorano poco (ma questo non lo diranno).
Quest’anno, però, ci sarà una significativa novità: chi avrebbe dovuto tenere il discorso non lo terrà, perché non c’è il presidente della Cassazione, avendo il Csm bocciato l’unico candidato, Vincenzo Carbone.
Lo ha bocciato giacché le correnti di sinistra non lo volevano, ma sarebbero finite in minoranza se non le avesse salvate il presidente Napolitano, il quale si è presentato, si è astenuto e così facendo ha ottenuto il pareggio, quindi la sconfitta di Carbone.
Quest’ultimo non si arrende e ricorre al Tar, bloccando la procedura per la scelta del nuovo vertice.
Riassumendo: magistratura politicizzata, divisa in correnti, incapace di autogovernarsi, impegnata a sfidarsi in tribunale.
A fine mese la farsa ermellinesca andrà in scena.
Su tutti noi incombe la Corte di Strasburgo, che continua a condannare l’Italia e chiede di buttarci fuori dal Consiglio d’Europa.
Siamo un Paese con una giustizia incivile e gli unici a non avvedersene sono le comari del cortiletto politico.

Davide Giacalone
www.davidegiacalone.it
Pubblicato dal quotidiano "Libero"

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