domenica, gennaio 19, 2014

Aiga: serve numero chiuso universitario.

Riduzione dei numeri di accesso alla professione, maggiori tutele nel rapporto di collaborazione e una conseguente maggiore copertura previdenziale.
Sono questioni imprescindibili per l'avvocatura italiana - e in particolare per i giovani legali - quelle ricordate da Nicoletta Giorgi, la presidente nazionale di Aiga, Associazione italiana giovani avvocati nel corso del proprio intervento alla tavola rotonda "Giovane avvocatura: una scelta consapevole?", tenutasi nell'ambito della Conferenza nazionale dell'avvocatura organizzata dall'Oua a Napoli.
La riflessione della presidente dei giovani avvocati parte dalla necessità di una decisa riduzione dei numeri di accesso alla professione. "Nell'aprile 2013 - ha ricordato Giorgi - la Corte europea dei diritti umani ha stabilito che il numero chiuso all'università non viola il diritto allo studio.
Nella specie, la Corte ha ritenuto che l'imposizione di un numero chiuso, determinato sulla base delle risorse materiali a disposizione delle università e delle effettive esigenze di una data professione in seno alla società, sia conforme alla giurisprudenza consolidata della Corte".
E "oggi la professione forense ha l'esigenza di una riduzione dei numeri di accesso alla professione".
Altro tema caldo affrontato dalla presidente di Aiga è quello della necessità della regolamentazione dei rapporti di collaborazione che introduca "tutele fin dalla fase della pratica, e che consentirà di individuare anche una nuova regolamentazione previdenziale volta ad anticipare l'apertura del profilo pensionistico-assistenziale".
Il motivo di "tanti risultati mancati", per Nicoletta Giorgi, "purtroppo deve essere ricercato in una assenza, ormai non più accettabile, di una voce autorevole della categoria con le istituzioni".
"La condizione dell'avvocatura, e - ha concluso Giorgi - più che mai della giovane avvocatura, in un momento di crisi economica e intellettuale deve far diventare oggi il tema della reale rappresentanza una questione centrale per chi siede negli organismi forensi istituzionali e associativi".

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