giovedì, marzo 09, 2006
Improvvidi aumenti contributi previdenziali
IMMINENTI AUMENTI DEI CONTRIBUTI PREVIDENZIALI A CARICO DEGLI AVVOCATI: DOCUMENTO DI PROTESTA DEI GIOVANI AVVOCATI-
NO all'aumento dei contributi previdenziali, in discussione alla riunione del Comitato dei Delegati della Cassa Forense del 17 marzo 2006
Il Protocollo d'Intesa sottoscritto dal Presidente della Cassa Forense e dal Presidente dell'AIGA a Gardone Riviera il 15 maggio 2004, in occasione della 1a Conferenza Nazionale AIGA sulla Tutela dei Giovani Avvocati, premesso e condiviso il principio di ripristinare una ampia e reale solidarietà inter ed intra generazionale, prevedeva due punti essenziali: • costituire un tavolo permanente di confronto per mantenere una costante consultazione collegiale sulla materia previdenziale ed assistenziale; • intervenire sul sistema previdenziale in termini strutturali. L'Aiga e la Cassa Forense, nelle occasioni di incontro e confronto sui temi della riforma previdenziale, hanno convenuto sulla necessità di ricercare una soluzione condivisa, fondata su due principi irrinunciabili: abbandono del proposito di intervenire prevalentemente sulla leva delle entrate previdenziali attraverso l'adozione di misure parametri che; adozione di misure strutturali (quali una graduale conversione verso il sistema misto a ripartizione / capitalizzazione) compatibili con una dovuta flessibilità dei diritti acquisiti ed idonee ad incidere sul debito pensionistico. Le indicazioni offerte da autorevoli esponenti della Cassa Forense sono apparse subito in linea con le istanze dei Giovani Avvocati al punto che, a fronte di un sostanziale abbandono delle misure parametriche, era stata annunciata l'adozione di correttivi tipici del sistema contributivo, quale l'estensione della base di calcolo della pensione a tutte le annualità anziché alle migliori 20 degli ultimi 25 anni, nonché l'integrale applicazione del sistema contributivo alle pensioni di vecchiaia. La direzione, cui sembrava ormai orientata la Cassa, è stata una prima volta contraddetta dalla inopinata decisione di porre all' o.d.g. della seduta del Comitato dei Delegati del 17 dicembre 2004 una delle più avversate misure parametri che, ovvero l'aumento del contributo integrativo dal 2 al 4%. Il Consiglio Direttivo Nazionale dell'AlGA, riunito si a Treviso 1'11.12.2004, esprimeva l'assoluta contrarietà alla proposta, ottenendone l'immediato abbandono. Ma il Comitato dei Delegati, a distanza di poco più di un anno, e senza aver licenziato alcuna compiuta ipotesi di riforma strutturale, ha nuovamente posto all'o.d.g. della prossima riunione, prevista per il prossimo 17 marzo 2006, l'aumento del contributo integrativo accompagnato, anche, dall'aumento del contributo soggettivo. La Cassa Forense sceglie così la linea dell'aumento delle misure parametri che quale primo passo verso una riforma di sistema della quale non sono noti, perché non dichiarati, tempi e modalità d'attuazione: in tal modo si elude l'impegno assunto con i Giovani Avvocati nel Protocollo d'Intesa del maggio 2004. I Giovani Avvocati ribadiscono che: l'aumento del contributo soggettivo, che costituisce una misura penalizzante per tutti, servirà ad incrementare le risorse attuali per pagare le pensioni di oggi ma non assicurerà le pensioni di domani; l'aumento del contributo integrativo, misura che incide fortemente sui costi dell'utente del sistema giustizia, comporterà una indubbia contrazione dei compensi per la parte professionale competitivamente più debole. Il paventato innalzamento parametrico si traduce, pertanto, in un'ulteriore penalizzazione delle fasce professionali a più basso reddito ed in particolare dei più giovani. Non convince l'argomento contrario, sostenuto dal Presidente della Cassa Forense, secondo cui la fascia giovanile della categoria non verrebbe penalizzata, nella sostanza, perché risulta quella a più basso reddito. Va invece evidenziato che la fascia giovanile, proprio perché a più basso reddito, subirebbe una più gravosa incidenza marginale sul reddito rispetto a quella sui redditi più elevati, naturalmente più lieve. Senza trascurare, peraltro, che i Giovani Avvocati rappresentano la maggioranza dei contribuenti attivi della classe forense. Non è concepibile un intervento che, facendo leva solo sulle entrate, prescinda dal debito pensionistico maturato: al contrario, occorre incidere sulle uscite, superando le difficoltà derivanti dalla pretesa intangibilità dei cosiddetti diritti quesiti attraverso un sistema di opportuni incentivi e disincentivi. Se le modalità di calcolo della pensione secondo i criteri vigenti al tempo in cui essa è maturata possono configurare un diritto quesito, non altrettanto può dirsi della possibilità, oggi disinvoltamente concessa all'Avvocato Anziano, di andare in pensione rimanendo iscritto all'Albo. In tal caso, per evitare la cancellazione e continuare a non liberare una quota di mercato, il pensionato deve sottoporre una quota delle annualità, computate per il calcolo della pensione, al sistema contributivo. L'indefettibile riforma strutturale del sistema previdenziale della Cassa Forense, da realizzare preliminarmente ad ogni ipotesi di compartecipazione o di unione delle casse private, deve prevedere l'innesto, all'interno del canale principale della contribuzione obbligatoria, di una derivazione di carattere complementare cui destinare risorse già esistenti e da implementare. Il contributo integrativo del 2%, oggi destinato all'assistenza, è la prima risorsa da utilizzare: la solidarietà assistenziale, (considerato anche la percentuale del contributo soggettivo del 3% sui redditi oltre il tetto dei 78.000 euro) non presenta aspetti di crisi finanziaria né attuale né futura, essendo le entrate largamente superiori alle uscite. La quota residua, magari incrementata dall'aumento del contributo soggettivo di solidarietà, potrà essere destinata a creare la sacca complementare, proporzionalmente al gettito contributivo obbligatorio di ciascuno, e quindi costituire la base della riforma per una nuova previdenza. In conclusione, l'aumento delle misure parametriche, svincolato da una riforma strutturale dell'intero sistema, costituisce un modo semplicistico di allontanare - soltanto di pochi anni - il momento di entrata in crisi del sistema ed il paventato gap di bilancio della Cassa, senza risolvere il problema e, anzi, grava i giovani professionisti di ulteriori esborsi, con il risultato di rompere definitivamente il patto infragenerazionale. I Giovani Avvocati chiedono che le linee della riforma siano improntate al reale ripristino ed alla salvaguardia del patto di solidarietà generazionale secondo i seguenti punti programmatici: 1) riforma dell' attuale sistema a ripartizione in un sistema misto mediante l'inserimento di parametri tipici del metodo contributivo; 2) rinuncia alle ipotesi di riforma congegnate esclusivamente su misure parametri che incidenti sulla leva delle entrate; 3) estensione della proiezione di calcolo attuariale dagli attuali 15 anni a 40 anni; 4) esenzione/riduzione dell'obbligo contributivo per i primi dieci anni dall'iscrizione all'albo professionale (anche al fine di recuperare parte dei circa 50.000 avvocati iscritti agli albi e non alla Cassa); 5) computo della pensione effettuato sull'intera vita lavorativa, rimodulato nel caso in cui si maÌ1tenga l'iscrizione all'albo; 6) introduzione di una forma di previdenza complementare cui destinare risorse già esistenti (quali la quota del contributo integrativo residuale rispetto a quella destinata all'assistenza e l'aumento del contributo di solidarietà extra tetto pensionistico); 7) riduzione, nell'ottica di rifinanziamento del sistema sul lungo periodo, del contributo soggettivo per consentire di liberare risorse ed implementare la previdenza complementare. Milano, 25 febbraio 2006 Il Consiglio Direttivo Nazionale AIGA
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