Le imminenti elezioni per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di S., ci suggeriscono alcune riflessioni.
Anzitutto l’auspicio che si esca dalla situazione anomala di “maggioranza bulgara” (15 consiglieri su 15 alla lista dell’attuale Presidente): l’unanimismo assopisce gli animi, mentre il confronto ed il dibattito – laddove animati dal sincero intento di giovare all’Avvocatura di S. – non possono che far crescere, sia la maggioranza sia l’opposizione.
Poi i programmi: basta con le liste “ad personam”, compilate con il classico “manuale cencelli” e per conservare mere rendite di posizione, senza dire con chiarezza cosa si vuole fare per tentar di risolvere i problemi che assillano – a livello locale – la nostra professione.
L’edilizia giudiziaria, il delicato rapporto con la magistratura locale, la formazione, la deontologia, la gestione delle sezioni distaccate, sono tutti temi scottanti che attendono una chiara presa di posizione da parte di chi aspira a rappresentarci nel prossimo biennio.
Ancora, ci sia consentito, occorre tener conto dell’innegabile verità della profonda trasformazione che, da circa 10 anni a questa parte, ha vissuto tutto il ceto forense italiano e – ovviamente – anche quello distrettuale.
Gli Avvocati non sono più una classe di notabili, magari beneficiari di canali privilegiati con il potere politico.
Non vogliamo affermare che abbiano ragione quelli che parlano di “proletarizzazione” dei professionisti della toga, però è inutile nascondere la testa sotto la sabbia: abbiamo molto terreno da recuperare, per tornare agli antichi fasti.
Perciò - nella scelta dei candidati da presentare e poi da votare – sarebbe davvero auspicabile che tutti, maggioranza ed opposizione, più che guardare ai rapporti d’appartenenza e/o amicalità (..se non alla preferenza a chi per ultimo ti tira per la giacca, proteso dalle transenne!), dessero il via libera ai colleghi che si sono distinti per presenza ed impegno sui problemi, nonché per disinteresse personale e sensibilità alle sorti future dell’Avvocatura salernitana.
L’andamento e gli esiti del recente XXVIII Congresso Nazionale Forense, con la riconferma di fiducia all’Organismo Unitario dell’Avvocatura, ci riconfermano nel convincimento dell’irrinunciabilità di un “ruolo politico” degli Avvocati nella società italiana.
Perciò anche gli aspiranti Consiglieri dell’Ordine di S. dovranno aver ben chiaro che i tempi delle “segrete stanze” sono ormai finiti: bisogna far sapere alla gente quali sono i problemi, proporre le soluzioni operative e sostenerle con tenacia.
Ecco le parole chiave: disinteresse, deontologia, impegno per i Colleghi!
Concludiamo con l’augurio di un sereno dibattito preelettorale e con l’auspicio di una massiccia presenza dei Colleghi alle urne …e poi vinca il migliore.
S. 06 dicembre 2005.
Avv. G. C.
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