martedì, novembre 25, 2014

CONSIGLI ORDINI AVVOCATI, NUOVE NORME PER LE ELEZIONI: DA AIGA UN SECCO NO AL VOTO DI LISTA.

(Roma, 25/11/2014) Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, assume piena efficacia il nuovo regolamento per l'elezione dei Consigli degli Ordini degli Avvocati (COA), che introduce il voto di lista.
Una scelta che non piace ai giovani avvocati: con il voto di lista, infatti, pochi nomi “eccellenti” forti di piccole ma importanti sacche di consenso potranno decidere i nomi dei rappresentanti chiamati a sedere nei Consigli.
«La bozza di regolamento diffuso dal ministero a luglio – spiega la presidente di AIGA Nicoletta Giorgi – non contemplava assolutamente il voto di lista e il comma 4 dell’art. 9 prevedeva che il voto fosse espresso esclusivamente attraverso l’indicazione del nome e cognome degli avvocati candidati».
Oggi non è più così. Il Consiglio Nazionale Forense nel proprio parere del 07.08.2014 inviato al Ministro della Giustizia introduce il voto di lista, giustificandolo come garanzia della rappresentanza di genere prevista dal comma 2 dell’art. 28 della legge 247/12.
Il Ministro nel comunicato stampa che accompagna la pubblicazione del regolamento in Gazzetta ribadisce che l’obiettivo fissato è quello di garantire, in ossequio al principio costituzionale, che il riparto dei consiglieri da eleggere sia effettuato in base a un criterio che assicuri l'equilibrio tra i generi: il genere meno rappresentato deve ottenere almeno un terzo dei consiglieri eletti.
«L’equilibrio dei generi e, diciamolo, la garanzia che vi siano almeno un terzo di donne all’interno dei COA, perché di questo si tratta, porta così a sacrificare il basilare principio di democrazia e del voto libero – attacca la presidente dei giovani avvocati italiani –. Non possiamo fermarci al testo letterale del regolamento che comunque non esclude il voto di preferenza: chi viene cooptato a far parte di una lista sottoscrive, neppure implicitamente, l’accordo per cui i suoi elettori dovranno votare la lista. Diversamente le conseguenze sono facilmente immaginabili: quattro anni “difficili”. Così facendo non sarà necessario aspettare l’esito delle elezioni: la predeterminazione della composizione del COA sarà evidente già 10 giorni prima dell’inizio delle operazioni di voto. I candidati forti, avranno il potere, mai stato così certo, di decidere chi sarà componente del nuovo Consiglio alla faccia della libera competizione elettorale, del ricambio generazionale, e della dialettica tra soggetti di diversa estrazione».
«Non nascondiamoci – invita la presidente di AIGA – dietro l’equilibrio di genere. Le donne non hanno bisogno di questo sistema di cooptazione per blindare la lista. Le donne non vogliono fare da tappabuchi. All’interno dei nostri fori i colleghi che vogliono candidarsi al COA dovranno godere della preferenza esplicita dell’elettorato. La politica forense sta prendendo il peggio della politica tout court con l’aggravante, oggi, della sua complicità. La politica, quella che stiamo scimmiottando, il cambiamento non lo porterà di certo con questa previsione regolamentare».

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