mercoledì, ottobre 24, 2012

Astensione, Oua: 10mila avvocati in piazza contro la crisi della giustizia.

“Per la prima volta dal 2006 torniamo in corteo per le strade della capitale, in 10mila, per chiedere che si rimetta al centro dell'agenda politica del Paese la crisi della giustizia. Basta con interventi spot, con leggi che limitano i diritti dei cittadini, aumentando i costi e riducendo le possibilità di accesso al servizio''. È quanto afferma Maurizio de Tilla, presidente dell'Organismo unitario dell'avvocatura (Oua), alla fine della lunga manifestazione che ha visto sfilare gli avvocati con una fascia tricolore al braccio e con una rappresentazione di un corteo funebre che raffigurava la 'morte della Giustizia'.
''Tra media conciliazione obbligatoria ‐ spiega de Tilla ‐ aumenti dei contributi unificati, filtri in appello e chiusura di circa 1000 uffici giudiziari, fare un processo è diventato una corsa ad ostacoli. Tutto ciò con un arretrato elefantiaco e una lunghezza dei procedimenti infinita. In questo contesto non mancano i continui tagli, il personale insufficiente, il perseverare negli sprechi, tra esternalizzazione dei servizi, braccialetti elettronici e un'orgia di imprese private che si occupano di intercettazioni. Una situazione grave e che peggiora di giorno in giorno''.
''È ora di interventi organici e seri – sottolinea ancora de Tilla ‐ servono più risorse economiche e piu' personale, ma anche una riorganizzazione degli uffici, un'implementazione del processo telematico e dell'innovazione tecnologica l'autogestione degli stanziamenti e del bilancio della giustizia, per una riforma della magistratura laica e dell'appello (senza inutili filtri e multe)''.
''Ma anche un'implementazione ‐ conclude il leader dell'Oua ‐ senza costi e senza obbligatorietà, degli strumenti extragiudiziali. Fondamentale una proroga di due anni dell'entrata in vigore dei tagli irrazionali, incostituzionali e inutili di circa mille uffici giudiziari. Infine, serve una valorizzazione della professione di avvocato, con una legge adeguata e con un intervento urgente per la revisione dei parametri dei compensi decisi dal ministero''.

Nessun commento: