martedì, maggio 17, 2016

Davigo e gli avvocati.

Piercamillo Davigo ha sempre manifestato una totale mancanza di rispetto per l'Avvocatura. Se non fosse un magistrato le sue opinioni potrebbero lasciare indifferenti e non potrebbe essere criticato per averle espresse in quanto, checché ne pensi il nostro legislatore, ognuno dovrebbe essere libero di esprimere il proprio pensiero, anche se aberrante.
Poiché, come scrisse Calamandrei, "il giudice che manca di rispetto all'avvocato, come l'avvocato che manca di ossequio verso il giudice, ignorano che Avvocatura e Magistratura obbediscono alla legge dei vasi comunicanti: non si può abbassare il livello dell'una, senza che il livello dell'altra cali di altrettanto" prima di esprimere certe opinioni il magistrato Davigo, che evidentemente non ha mai letto "l'elogio dei giudici", avrebbe dovuto autocensurarsi ed evitare di rendere pubblico il suo sentimento (o risentimento?) nei confronti degli avvocati.
Il dr. Davigo non lo ha mai fatto ed ha sempre esternato. Oggi però non parla Piercamillo Davigo ma il presidente dell'ANM.
Sembra intenzionato a creare ed alimentare uno scontro tra i due ordini, quello forense e quello giudiziario. Non è opportuno cadere nella trappola e attaccare i magistrati.
Sarebbe un gioco al massacro, l'ultimo chiodo sulla bara della giustizia ed il discredito finirebbe per estendersi all'Avvocatura.
Sono certo che la maggioranza dei giudici non condivide il pensiero del presidente dell'ANM. Non è, cari giudici, il momento di tacere.
Occorre buttare acqua sul fuoco per evitare che l'incendio che Davigo ha fatto di tutto per appiccare divampi.
Auspico che i dirigenti dell'ANM a livello locale e nazionale e i responsabili delle varie componenti prendano pubblicamente le distanze da quello che ha detto, nella sua qualità, il presidente dell'Associazione.
Aurelio Tomasi di Lampedusa 
(avvocato e gattopardo)

Nessun commento: