mercoledì, giugno 17, 2015

Cassa Forense: a proposito di "staffetta generazionale"..............


Anche oggi ce l’ho fatta… sono riuscito a dare il mio onesto contributo professionale al fine di guadagnare qualcosina da mettere nel salvadanaio forense per pagare la pensione a chi nel 2007 ha deciso di andarsene col retributivo e con lauta pensione, sproporzionata rispetto a quanto ha versato. Siamo una classe forense che fa della solidarietà la sua ragione di vita!
Anche oggi ho corso, ho sudato e saltato da un’aula all’altra per racimolare soldi da versare alla Cassa per pagare la pensione ai miei colleghi più anziani, li ho fatti pure passare davanti perché sono educato e gli ho ceduto la sedia e pure i fogli quando mancavano.
Perché se dobbiamo essere decorosi e di classe, lo dobbiamo essere fino in fondo. Il forzoso prelievo solidale è un obbligo di coscienza, per ripagare coloro che quando facevano gli avvocati con altri 4 gatti acquistavano immobili e rendite che ora si godono.
 A noi, generazione dell’art. 21, per sistemazione tocca il mutuo, l’affitto o il soffitto. Ma noi siamo fortunati perché abbiamo conosciuto il PCT e le veline in carne e ossa, e non ci siamo sporcati di inchiostro, ma di byte ed errori telematici.
Anche oggi rincorrerò clienti, pubbliche amministrazioni e uffici vari per le spettanze professionali e tutti scapperanno, senza che suoni un beep o un allarme (come accade alla cassa del supermercato, quando passi col carrello e dici di voler pagare domani).
Ma state tranquilli, il mio versamento per le vostre pensioni arriverà puntuale. Siamo in guerra: in guerra contro un sistema che ha prodotto disuguaglianze e disparità inaccettabili.
La sopraffazione di una generazione sull’altra è il motivo di una rivoluzione pacifica che non accetta che il 10% della categoria detenga tutto ed il restante si affanni per sopravvivere, contando i morti dietro di se ogni giorno che passa. Nessuno dovrebbe rimanere indietro.
 Chi si omologa al sistema e si accoda puntualmente ai “grandi” è più responsabile di loro ed è la causa della sua stessa fine.
La partecipazione è la prima reazione. La seconda sono le idee e la capacità di aggregazione, senza personalismi e mire personali controproducenti.
Il modo migliore per negare la verità è affermare, in modo plateale, il suo contrario. In Italia la negazione sfacciata della verità è ormai nel bagaglio professionale di chi fa le regole e poi le racconta in tv e nei pubblici incontri ai cittadini ed ai giovani aspiranti avvocati, che credono ancora in un sogno.
Mentire è immorale e chi lo fa è peggio di un ministro della propaganda nazista (a proposito di Renzi ieri sera, sulla riforma della giustizia).

Avv. Maurizio Dati

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