Senza nessuna pietà per i morti e i feriti, un esercito di improvvisati opinionisti televisivi si affanna a rovesciare cumuli di scemenze sulla sicurezza dei Tribunali, avendo scoperto quanto è facile procurarsi una pistola e fare fuori magistrati, avvocati e testimoni durante un'udienza.
Forse LorSignori non sono mai entrati in un Palazzo di Giustizia di provincia.
Forse non si sono mai accorti che ogni giorno in tutta Italia vengono celebrati processi senza uscieri, spesso senza neppure un carabiniere nel corridoio, con apparati di registrazione acquistati trent'anni fa, microfoni tenuti insieme con lo scotch, sedie sfondate, toghe sdrucite, faldoni tenuti insieme con gli elastici, fascicoli accumulati nei corridoi, cessi senza sapone, senza salviette, senza acqua calda, con il personale costretto a fare gli straordinari sino a sera senza retribuzione.
Forse LorSignori non sanno che ogni giorno migliaia di imputati sono giudicati in questo modo, soprattutto al sud, e solo grazie al sacrificio delle donne e degli uomini che nonostante tutto continuano a fare ostinatamente e seriamente il loro dovere - magistrati, avvocati, personale amministrativo - questo sgangheratissimo sistema mantiene un po' di credibilità.
Senza la quale si diventa facile bersaglio per i disperati e gli squilibrati, anche quando ci sono i metal detector.
LorSignori, prima di blaterare di cose che non sanno, vengano a fare un giro dalle nostre parti.
Vengano a rendersi conto delle condizioni in cui viene amministrata quotidianamente la giustizia ordinaria, minore solo per chi non la vive e, soprattutto, non la subisce.
E prima di pensare a blindare gli accessi, fare improbabili paragoni con l'Expo e militarizzare i tribunali - come se non si potesse sparare ugualmente per strada, nei bar e negli studi professionali, come pure è successo - si preoccupino di restituire almeno un po' di dignità ai luoghi in cui si giudicano le vite degli altri.
Avv. Michele Laforgia
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