Roma, 11 settembre 2014 - La riduzione delle ferie dei magistrati "non è la questione centrale della riforma": l'arretrato nella giustizia "si riduce con tanti interventi contemporaneamente, ma anche il taglio delle ferie può contribuire". Lo ha dichiarato il Guardasigilli Andrea Orlando, nel corso de 'La telefonata' su Canale 5.
"Abbiamo chiesto ai magistrati di farsi carico delle esigenze di cambiamento nella Pubblica Amministrazione - ha aggiunto il ministro - e i magistrati ci hanno segnalato la specificità del loro lavoro. Cercheremo di tenerne conto, ma anche loro tengano conto della necessità di cambiamento. In un momento in cui si chiede alla Pubblica Amministrazione di fare un salto, credo che la magistratura - ha proseguito - possa dare la sua disponibilità a ragionare su questo, magari ripristinando il confronto".
"Mi sembrerebbe sbagliato, tanto perchè è stata fatta una proposta di riforma che è un po' più ampia rispetto a questo semplice punto, quanto per la magistratura che ritengo non si muova solo per questo, concentrare la discussione solo su questo aspetto", ha aggiunto.
"Il nostro sistema della giustizia ha delle distorsioni, ma non ne rifarei cadere una responsabilità esclusivamente sulla magistratura - ha detto ancora il ministro - . Abbiamo il tema di tempi di giustizia eccessivamente lunghi, il sovraffollamento delle carceri, tutti temi su cui Strasburgo ci richiama ma che non sono ascrivibili a errori soggettivi, anche se questi ci sono e credo che con una responsabilità civile più efficace e tempestiva possano essere sanzionati. Non tanto per punire i magistrati, ma per garantire che se uno ha subito un danno abbia un qualche giudice che glielo riconosce".
Il Guardasigilli ha ricordato che sulla responsabilità civile dei magistrati "il governo ha fatto una proposta che prevede una responsabilità non diretta. Il tema della responsabilità va declinato rispetto al ruolo specifico che svolge il magistrato: una responsabilità diretta significherebbe che chiunque che è danneggiato può ricorrere direttamente contro il magistrato, con un elemento di pressione rispetto all'attività del magistrato che può condizionare il suo giudizio e inibire l'intervento su alcuni temi".
"La legge scritta da Vassalli nel 1987 - ha spiegato ancora Orlando - ha un impianto condivisibile, ma in questi anni il filtro ha inibito i ricorsi perchè il giudice che doveva valutare sommariamente la fondatezza del ricorso ha quasi sempre detto che non c'era. Noi vogliamo introdurre alcune modifiche: eliminare questo filtro affinchè il ricorso sia sempre preso in considerazione e una qualche forma di rivalsa in caso di un danno riconosciuto", ha concluso.
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