Tempo di rinnovo dei vertici nell'avvocatura. E, come ogni periodo pre-elettorale che si rispetti, il clima si fa incandescente.
A poco più di un mese dalle elezioni è già l'ora del tutti contro tutti. Associazioni e ordini contro il Cnf per il regolamento sulle elezioni dei Consigli dell'ordine, impugnato al Tar; ordini e associazioni contro altri ordini territoriali che si fregiano del ruolo di rappresentanza dei 250 mila avvocati italiani; parte dei quali, tra l'altro, si è vista recapitata sotto l'Albero la richiesta di iscrizione di ufficio della Cassa forense.
D'altra parte, rende bene l'idea di quale sia il clima interno alla categoria la conferenza organizzata il 10 dicembre scorso dall'Ordine degli avvocati di Roma, per presentare a parlamentari ed esponenti del governo le «Proposte al Legislatore per il recupero della dignità della professione forense e per far ripartire l'Italia».
Dove hanno partecipato, tra gli altri, Francesco Greco, presidente dell'Ordine di Palermo, Francesco Caia, presidente dell'Ordine di Napoli, e Alessandro Vaccaro, presidente dell'Ordine di Genova. Riassumendo l'evento in questa frase, scritta in rosso all'interno della locandina: «Cosa chiedono e cosa offrono i 250 mila avvocati italiani ai rappresentanti del governo e del parlamento».
Al di là del disegno di legge (sui compensi professionali con l'ennesimo tentativo di ritorno al «pre-Bersani») che è stato presentato ai (pochi) politici presenti, volendo leggere tra le righe, in palio c'era ben di più: la necessità di legittimare il secondo mandato da presidenti dei rispettivi ordini da parte di Vaglio, Greco e Vaccaro.
Ma soprattutto, la dura scalata che si appresta a giocarsi Francesco Caia, dato in corsa per la prossima presidenza del Consiglio nazionale forense.
Insomma, tutti temi, questi, che sicuramente devono stare molto a cuore ai 250 mila avvocati italiani.
tratto dal quotidiano "Italia Oggi"
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