Credo che sia invece prevalsa la politica dei veti incrociati, della strenua difesa di ogni singola tessera dell’attuale caotico mosaico che raffigura l’immagine dell’Avvocatura Italiana.
Già venerdì sera molti dei protagonisti del Congresso si attribuivano personali vittorie e addebitavano altrui sconfitte, cimentandosi in alchemiche formule algebriche, contando i Si alla propria proposta rapportandoli ai No di quella altrui.
La verità, cruda e reale, è che tutta l’Avvocatura Italiana è stata sconfitta.
Ma quel che è peggio è che i primi sconfitti sono tutti quei colleghi che non sono stati a Venezia, ma che hanno continuato a lottare nei loro territori contro le avversità della crisi economica, sociale e di prospettive che attanaglia ormai da oltre un decennio la nostra categoria.
Ma non dobbiamo perdere la speranza; non dobbiamo rassegnarci alla sconfitta e dobbiamo continuare ad impegnarci affinché le logiche dell’appartenenza, della divisione, della personale difesa del proprio orticello non prevalgano.
Dobbiamo avere coraggio e trasmettere questo coraggio ai nostri presidenti di COA, ai leader delle nostre Associazione e a quelli delle Unioni regionali.
Il coraggio di sapere fare un passo indietro per ascoltare le altrui esigenze e le altrui proposte, non solo per potere fare tutti insieme un nuovo passo in avanti, ma per compiere un salto lasciandoci alle spalle le macerie del passato.
Non rassegniamoci.
Avv. Dario Greco
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