Esiste anche un’etica della cortesia. Posso chiedere la cortesia di accompagnarmi in centro in automobile, ad un amico che già deve andare in città, anche se non proprio in centro.
Diverso sarebbe se gli chiedessi di alzarsi all’alba apposta per accompagnare me in aeroporto, e ciò nonostante io possa andare in aeroporto usando un treno che passa vicino a casa mia, che posso prendere comodamente solo alzandomi mezz’ora prima.
Il principio generale può essere approssimativamente formulato così: non è moralmente accettabile la richiesta di una cortesia, quando il sacrificio che si chiede è sproporzionato rispetto al beneficio che se ne trae.
Sembra che a molti magistrati il processo civile telematico risulti indigesto addirittura più che agli avvocati.
Sono abituati a leggere gli atti su carta; leggerli su video gli dà noia; e anche stampare gli atti per poterli leggere su carta sembra sacrificio eccessivo.
Perciò molti chiedono agli avvocati di fargli avere su carta gli atti che legittimamente gli avvocati possono depositare in forma digitale. E’ la cosiddetta copia di cortesia.
Ti chiedo la cortesia di stamparmi l’atto, anche se non sei tenuto, perché io sono abituato a leggere su carta e leggere su video mi dà noia.
La richiesta, per un certo tempo, è stata formulata di volta in volta; ma in più di un foro è stata formalizzata in termini generali ed accettata supinamente da qualche ordine degli avvocati, tanto da essere trasfusa nei cosiddetti protocolli, regole concordate tra magistrati e avvocati per far funzionare meglio la giustizia.
Pare che addirittura un tribunale di una capitale economica del Paese abbia ritenuto di poter sanzionare il mancato rispetto di tale protocollo con una condanna per lite temeraria.
Decisione insostenibile in diritto ancora meno che sotto altri profili. Sintomo di inadeguatezza del giudicante ad assumere il delicato ruolo.
Io sono un essere umano e tendo a simpatizzare con gli altri esseri umani.
Capisco che a tutti piacciano le comodità. Piacciono anche a me. Capisco che per alcuni sia più comodo leggere su carta anziché a video.
Non mi sorprende né mi scandalizza che molti magistrati abbiano questa propensione.
Anche per me è stato così, per molto tempo, poi mi sono adeguato.
Se però desidero leggere un atto su carta, uso una stampante laser, pagata con i miei soldi, per stampare gli atti su carta, pagata con i miei soldi.
Credo di non pretendere troppo se mi aspetto che i magistrati amanti della carta seguano il mio esempio. Prima di chiedere la cortesia che sia io a fornirgli la copia degli atti su carta, pensino un attimo al sacrificio che mi stanno chiedendo, lo confrontino col beneficio che ne traggono, e si chiedano se sia moralmente legittima la loro richiesta.
Per me stampare la copia degli atti (che ho già depositato telematicamente, attraverso un software pagato da me) e poi depositarla in cancelleria significa continuare a fare il lavoro che facevo prima, e in più dover fare il nuovo lavoro del deposito telematico.
Non solo non traggo alcun vantaggio dal processo civile telematico, ma per me esso costituisce addirittura un aggravio.
Il magistrato può comodamente stamparsi gli atti con una stampante economica pagata da lui/lei, spendendo pochi minuti del suo tempo e poche decine di euro al mese del suo stipendio magari non lauto, ma certamente decoroso.
Dovrebbe porsi lo scrupolo di chiedere a me la cortesia di spendere quei soldi e di impiegare quel tempo, considerato che io, a differenza di lui/lei, ho visto il mio reddito dimezzato nel giro di pochi anni, nel corso dei quali ho dovuto lavorare sempre di più per guadagnare sempre di meno.
Perciò non depositerò alcuna copia di cortesia. Spero che il mio ordine professionale non sottoscriva alcun protocollo che mi impegni a tale deposito.
Se dovesse farlo, non rispetterò tale protocollo.
Avv. Agostino Mario Mela
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