La proposta, considerata dal Consiglio rivoluzionaria e fortemente osteggiata dal Presidente, venne approvata a larga maggioranza.
Sono passati 45 anni ed il regolamento promulgato, prevedendo la presentazione di liste blindate con un numero di candidati pari a quelli da eleggere, mi appare espressione di una cultura totalitaria ed egualitaria che privilegia il collettivo sull'individuo.
Oggi, più di allora, intendo reagire: non tanto in nome della democrazia, di rado salvifica, ma per rivendicare la piena libertà di scelta, perché ogni nostro rappresentante deve essere votato individualmente per le capacità e le doti personali e non perchè inserito nella lista totalitaria.
Se le annunciate impugnazioni non sortiranno l'esito auspicato l'Avvocatura deve manifestare forte dissenso dando solo voti individuali: è indispensabile che i più attenti invitino i distratti ed i pigri a non votare le liste e che avvocati seri e stimati si facciano al fieri della protesta candidandosi per testimoniare il loro disgusto per un sistema che persino in Bulgaria, dove proverbialmente vigeva, è stato relegato nella soffitta della memoria.
Viva la Libera Avvocatura!
Avv. Aurelio Di Rella
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