mercoledì, febbraio 09, 2011

Mediaconciliazione: si va verso il rinvio.

Avvocati: interessi di mora sulle parcelle solo dopo la liquidazione del giudice.


In caso di contestazione della parcella, l’avvocato ha diritto agli interessi di mora sugli onorari solo se successivi alla pronuncia del giudice.
Tanto ha recentemente stabilito la Corte di Cassazione (sent. n.2431/11), per cui la disposizione per cui gli interessi di mora decorrono dal terzo mese successivo all’invio della parcella non trova applicazione quando sorge controversia tra l’avvocato e il cliente circa il compenso per prestazioni professionali.
In questo caso, infatti, il cliente-debitore può essere costituito in mora solo dopo la liquidazione del danno effettuata dal Giudice.

martedì, febbraio 08, 2011

Avvocato non vincolato alla privacy, se usa i dati del cliente per motivi di giustizia.


Meno vincoli di privacy per gli avvocati: infatti, i dati personali dei clienti sono liberamente utilizzabili ai fini di giustizia e il legale non deve risarcire il cliente che chiede i danni morali collegati alla diffusione di aspetti delicati della sua vita. Non solo.
Il difensore può conservare a studio i documenti, anche dopo la revoca del mandato se lo fa per riscuotere la parcella.
Sono questi i due principi affermati dalle Sezioni unite della Corte di cassazione che, con le sentenze nn. 3033 e 3034 dell'8 febbraio 2011, hanno respinto il ricorso di un uomo che chiedeva i danni morali perché, nel giudizio di divorzio, erano stati notificati a tutte le parti i dati dei suoi conti bancari e le spese con la carta di credito.
Il Tribunale di Milano aveva respinto la richiesta presentata contro l'avvocato della controparte, autore della notifica, sostenendo che i legali non avevano violato le norme sulla privacy.
In particolare nella sentenza numero 3034/2011 si legge che "se è astrattamente legittima l'utilizzazione del dato personale altrui a fine di giustizia, e se l'atto processuale che lo contiene risulta essere stato posto in essere nell'osservanza del codice di rito non è configurabile alcuna lesione del diritto alla privacy".

Salerno: nuovo anno giudiziario, vecchie polemiche.

lunedì, febbraio 07, 2011

Deliberato del COA di Salerno sulla cd "mediaconciliazione".


CONSIGLIO DELL'ORDINE DEGLI AVVOCATI DI SALERNO
ESTRATTO DAL REGISTRO DEI VERBALI DELLE DELIBERAZIONI DEL CONSIGLIO, ESISTENTE PRESSO LA SEGRETERIA DEL CONSIGLIO STESSO.
TORNATA del 4 febbraio 2011
Omissis -
IL CONSIGLIO DELL’ ORDINE DEGLI AVVOCATI DI SALERNO
PREMESSO che
1) Il D. Lgs. n. 28/2010 prevede che a partire dal 20.03.2011 diventa obbligatorio il ricorso alla mediazione, senza necessità dell’assistenza dell’avvocato, per le seguenti materie: condominio, diritti reali, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante dalla circolazione di veicoli e natanti, da responsabilità medica e da risarcimento per diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari.
2) Il meccanismo obbligatorio previsto dal D.Lgs 28/2010 si traduce nei fatti in un vero e proprio bavaglio posto all’avvocatura alla quale verrà impedito di svolgere il suo ruolo di difesa, che si deve estrinsecare anche nella possibilità di raccogliere la libera scelta del cittadino di fare ricorso o meno alla procedura di mediazione.
3) Nel Congresso Nazionale Forense, svolto a Genova nei giorni 25-27 novembre 2010, è stata approvata con il voto unanime di tutti i delegati una mozione con la quale si stigmatizza il grave vulnus al diritto di difesa e conseguentemente alla libertà provocato dal D. Lgs 28/2010 e contestualmente invita gli organi istituzionali e politici dell’avvocatura ad attivarsi per indurre il potere legislativo a rivedere la normativa introdotta dal D. Lgs 28/2010.
4) L’imposizione dell’obbligatorietà della media conciliazione ostacolerà l’accesso alla giustizia con evidenti profili di incostituzionalità e con aggravio dei costi per i cittadini.
5) In sede di discussione del cd decreto “milleproroghe” i senatori di tutti gli schieramenti politici hanno presentato emendamenti per lo slittamento ad un anno dell’efficacia del D.Lgs 28/2010 al fine di consentire un sereno confronto diretto alla modifica del D.Lgs 28/2010.
6) L’ Avvocatura è contraria all’introduzione dell’istituto ed è comunque favorevole alla proroga di un anno ed è decisamente contraria a un rinvio limitato ad alcune materie dell'efficacia del D.Lgs n. 28/2010.
TUTTO CIO’ PREMESSO
IL CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI SALERNO
Invita il Ministro della Giustizia a non contrastare gli emendamenti di proroga per ulteriori dodici mesi delle disposizioni di cui all’art. 24 del D. Lgs 28/2010 al fine di utilizzare questo aggiuntivo lasso di tempo per approfondire gli aspetti critici della normativa nell’interesse dei cittadini e tenendo conto delle argomentazioni espresse nella premessa.

IL PRESIDENTE
Avv. Americo Montera

IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
Avv. Gaetano Paolino

sabato, febbraio 05, 2011

Anno Giudiziario 2011: l’intervento del presidente del CNF.


Signor Presidente della Repubblica, signor Presidente del Senato, signor Presidente della Camera, signor Presidente del Consiglio , signor Presidente della Corte costituzionale, signor Ministro Guardasigilli, signor Primo Presidente, Signor Procuratore Generale, Eminenza Autorità civili e militari, porgo a loro e a tutti gli intervenuti il deferente saluto del Consiglio nazionale forense e mio personale.
Nell’incontro con il C.N.F. di data 11 gennaio c.a., il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha voluto sottolineare il ruolo essenziale svolto dall’ Avvocatura nella difesa dei diritti e nella amministrazione della giustizia, ministero già gravoso di per sé, ed ora reso ancor più periglioso dalla crisi che ha investito l’ economia mondiale e quindi anche il sistema italiano.
Ciò significa anche che i diritti, messi in pericolo dalla crisi, non trovano più, per le difficoltà in cui versano i loro titolari, una loro pronta tutela.
Ma la situazione attuale lascia trasparire anche un altro aspetto della nostra professione, posto in luce dalle ricerche effettuate di recente dalla Banca d’Italia e dal Cresme: la nostra , come le altre attività intellettuali , partecipa alla produzione del 15% del PIL, ma non riceve l’attenzione che le istituzioni riservano alle imprese, sì che deve affrontare da sé le difficoltà, senza poter contare su incentivi, sgravi, e altre forme di sostegno.
A tutto ciò si accompagnano, per l’ Avvocatura, i deleteri effetti del ritardo con cui procede l’iter della riforma forense, approvata con molte difficoltà al Senato ed ora approdata alla Camera.
Il ritardo nell’approvazione della riforma implica molte conseguenze di non poco momento, che si riflettono , tra l’altro, sul debordante numero di giovani che si immettono nella professione senza avere apprezzabili garanzie del loro futuro, ma anche sulla qualificazione dell’ Avvocatura, che invece quelle norme vorrebbero assicurare.
La situazione dell’amministrazione della giustizia è oggetto di costante attenzione , ma anche di preoccupazione delle Istituzioni Forensi. Nella loro diuturna fatica gli avvocati si trovano in una situazione di disagio , condivisa con i magistrati e con gli stessi cittadini che a loro si affidano per avere accesso alla giustizia.
Abbiamo tra di noi discusso molte misure per uscire dalla situazione di emergenza , già evidente prima della crisi ed oggi divenuta particolarmente acuta.
Al di là delle necessarie risorse finanziarie (anche per la realizzazione del progetto di informatizzazione dell’attività giudiziaria) e del completamento della pianta organica, abbiamo valutato sia la posizione della giustizia onoraria, sia i progetti – per il momento solo annunciati – di smaltimento dell’arretrato , sia il sistema di mediazione che dovrebbe divenire operativo nei prossimi mesi.
A questo proposito, essendo gli Ordini forensi in prima linea nella sperimentazione di questa forma di risoluzione alternativa delle controversie, non possiamo non rilevare come, nell’ interesse dei cittadini e per l’adempimento ottimale di questa nuova funzione, l ‘ attuale normativa non preveda , tra l’altro, l’assistenza legale obbligatoria, pur consentendo al conciliatore di effettuare proposte che, ove accettate, incidono notevolmente i diritti oggetto di contesa, non preveda forme di sostegno per la conciliazione gratuita, non si preoccupi degli aggravi finanziari di cui saranno gravati gli Ordini (molti dei quali ancor oggi non hanno ricevuto in dotazione i locali che per legge dovrebbero essere loro assegnati per svolgere questa funzione), non esiga requisiti rigorosi per l’acquisizione del titolo di conciliatore .
Gli avvocati, nonostante il loro alto numero - ci avviamo ormai alla soglia dei 240.000,che rappresenta un quarto di tutti gli avvocati europei - ancor oggi , come per il passato, costituiscono uno dei pilastri della difesa e quindi dello Stato di diritto.
La storia che abbiamo alle spalle ci rende orgogliosi della nostra tradizione. D’altra parte gli avvocati nei moti rivoluzionari succedutisi dalla fine del Settecento a tutto il periodo del Risorgimento, nella spedizione garibaldina, nella costruzione del nuovo Stato, hanno svolto un ruolo essenziale.
L’ Avvocatura è stata la prima delle professioni a ricevere una disciplina nazionale, e ciò verrà ricordato con la proclamazione del 2011 come l’anno dell’Avvocatura che avverrà ad opera del CNF in occasione dell’inaugurazione del suo anno giudiziario, e con le manifestazioni a cui l’Avvocatura darà vita anche per celebrare i centocinquanta anni dell’ Unità.
L’ impegno dell’Avvocatura resta più che mai quello di garantire il rispetto dei valori costituzionali , d’assicurare il pieno soddisfacimento dei principi fondanti della nostra democrazia e di sollecitare le istituzioni perché siano migliorate le condizioni di vita morale , materiale e intellettuale dei cittadini anche attraverso la risoluzione dei problemi della giustizia; un impegno al quale ciascuno di noi, quali rappresentanti dell’ Avvocatura, non intende affatto sottrarsi.
Roma, 28 gennaio 2011.
Guido Alpa

L'AFORISMA DEL SABATO.

giovedì, febbraio 03, 2011

Emendamenti al “mille proroghe”: stop all'aumento contributo per le Casse professionali.


Dichiarati inammissibili per incompatibilità di materia alcuni degli emendamenti alla conversione in legge del decreto milleproroghe.
Cancellati gli interventi previsti in materia di previdenza per i professionisti iscritti alle Casse professionali: niente aumento del 5 per cento al contributo integrativo, pagato dal cliente in parcella, né obblighi di versamento per i pensionati ancora attivi.

OPPOSIZIONE A DECRETO INGIUNTIVO: L'OPPOSTO PUÒ AVANZARE DOMANDA D’INGIUSTIFICATO ARRICCHIMENTO IN RICONVENZIONALE?


Cassazione, Sezioni Unite, 27 dicembre 2010, n. 26128
“La domanda di ingiustificato arricchimento è domanda diversa rispetto a quella di adempimento contrattuale perchè diversi sono i fatti giuridicamente rilevanti, posti a fondamento della domanda e diverso è il bene giuridico perseguito.
Ne consegue che, nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, al creditore opposto è consentita la sua proposizione, soltanto se tale esigenza nasce dalle difese dell'ingiunto-opponente contenute nell'atto di opposizione a decreto ingiuntivo, e purchè la relativa domanda sia proposta - a pena di inammissibilità rilevabile d'ufficio - nella comparsa di costituzione e risposta della parte opposta”.

I balconi "aggettanti" sono proprietà esclusiva dei titolari degli appartamenti di cui sono pertinenza.


Cassaz. Civile - sentenza n. 218 del 5 gennaio 2011.
“I balconi "aggettanti", i quali sporgono dalla facciata dell'edificio, costituiscono solo un prolungamento dell'appartamento dal quale protendono.
Non svolgendo alcuna funzione di sostegno nè di necessaria copertura dell'edificio - come, viceversa, accade per le terrazze a livello incassate nel corpo dell'edificio - non possono considerarsi a servizio dei piani sovrapposti e, quindi, di proprietà comune dei proprietari di tali piani.
Pertanto ad essi non può applicarsi il disposto dell'art. 1125 cod. civ.: i balconi "aggettanti", pertanto, rientrano nella proprietà esclusiva dei titolari degli appartamenti cui accedono (cfr. Cass. 15913/2007;14576/2004; 637/2000; 8159/1996)”.

martedì, febbraio 01, 2011

Ordini professionali: il contributo al Consiglio forense è una tassa (competenza del giudice tributario).


Hanno natura fiscale i contributi dovuti dall’avvocato al Consiglio forense, dunque in caso di controversia sarà competente a decidere il giudice tributario.
Questo è quanto è stato stabilito dalle Sezioni unite della Corte di Cassazione attraverso la sentenza 1782 depositata due giorni fa, il 26 gennaio 2011.
Il fatto che la quota venga denominata “contributo” non ha alcuna rilevanza e certamente non modifica la natura dla prestazione che si configura come “fiscale” a tutti gli effetti, poiché a detta della corte la legge riconosce “una potestà impositiva rispetto ad una prestazione che l’iscritto deve assolvere obbligatoriamente”, non avendo di fatto una possibilità di scelta se aderire o meno all’albo per potere esercitare la professione dunque di conseguenza non avendo possibilità di scelta sul pagare o meno la relativa quota all’ordine.
Si tratta addirittura di un dovere di contributo al Consiglio che inoltre secondo la sentenza della Corte avrebbe tra le altre funzioni quella di organizzare e controllare in maniera efficace il sistema di protezione giuridica anche a tutela degli stessi cittadini potenziali fruitori dei servizi resi dagli avvocati, dunque la misura del contributo non corrisponde ad un servizio reso all’iscritto quanto piuttosto ad un servizio per la collettività.
La sentenza 1782/2011 richiama in maniera esplicita l’analogia di questa fattispecie con simili controversie sorte in precedenza per altri ordini professionali, affermando una volta di più che la natura della competenza dei giudici tributari si estende non solo alle tasse ma ai tributi di ogni genere e specie, come sancito anche nell’articolo 12 della legge 448/2001.

lunedì, gennaio 31, 2011

Circolare del Cnf agli Ordini forensi: recupero dei debiti formativi e riesame del regolamento specializzazioni.


Roma. Recupero dei debiti formativi nella misura di 15 entro il 31 luglio prossimo; riesame del testo delle specializzazioni con l’invito agli Ordini forensi di riassumere le proprie osservazioni entro il 28 febbraio; invio di un questionario su mediazione e formazione permanente per verificare lo stato dell’arte presso gli Ordini in vista di eventuali supporti da parte del Cnf.
Sono queste tre delibere che il Consiglio nazionale forense ha assunto nella seduta amministrativa del 22 gennaio scorso e che sono state comunicate oggi agli Ordini forensi con due circolari (nn. 2-C-2011 e 3-C-2011).
Le delibere sono frutto della riflessione emersa nel corso della riunione del Cnf con i presidenti degli Ordini e delle Unioni regionali, nella quale si è ribadito l’impegno comune delle istituzioni forensi sulle materie di interesse dell’avvocatura. Vediamole in dettaglio.
Regolamento specializzazioni. Il Cnf ha deliberato di riesaminare il testo del regolamento sulle specializzazioni, la cui entrata in vigore è prevista per il 30 giugno 2011. A questo fine, il Cnf chiede agli Ordini di inviare il riepilogo delle osservazioni già avanzate in sede di dibattito prima e dopo il Congresso di Genova entro il 28 febbraio. Questo al fine di consentire una disamina più dettagliata di tutti i profili segnalati nel corso degli ultimi mesi, tenendo il passo con le scadenze temporali connesse ai procedimenti in atto. Nella more, il Cnf acquisirà le opinioni delle Associazioni forensi e successivamente si riunirà con gli Ordini per poi definire il testo del regolamento.
Recupero debiti formativi. Gli avvocati che non hanno maturato i 50 crediti formativi del corso del primo triennio (2007-2010) di applicazione del regolamento sulla formazione permanente potranno colmare per una parte questo gap recuperando entro il 31 luglio prossimo 15 crediti mancanti. Fermo restando in ogni caso l’assolvimento dell’obbligo di formazione continua per il triennio 2011-2013. La decisione del Cnf consegue alla considerazione che il primo triennio ha costituito una fase sperimentale “impegnativa” quanto alle modalità di offerta e di assolvimento dell’obbligo, invitando a considerare con “necessario buon senso” l’aspetto deontologico. Nella delibera il Cnf ha dato atto dell’impegno profuso dai Consigli dell’Ordine per superare le difficoltà organizzative incontrate nell’offrire ai propri iscritti la possibilità di partecipare ad eventi formativi tendenzialmente gratuiti; oltre che della circostanza che ormai sia diffusa la convinzione che la formazione e l’aggiornamento siano “attività imprescindibili per l’esercizio della professione”. Il Cnf ricorda tuttavia che è “doveroso procedere a una prima verificare attenta e puntuale sull’assolvimento dell’obbligo formativo da parte degli iscritti per avere una quadro dello stato della formazione ma anche per la presenza di riflessi deontologici dell’adempimento dell’obbligo”.
Questionario. Sempre nell’ottica di rendere “più proficuo e intenso” il rapporto con gli Ordini, il Cnf ha costituito la commissione Servizi agli Ordini e agli avvocati, coordinata da Carla Broccardo, che sta avviando una ricognizione sulle necessità/opportunità manifestate in sede locale. Come prima iniziativa, il Cnf ha inviato un questionario in materia di mediazione e formazione continua per conoscere dagli Ordini l’ intenzione di accreditarsi come organismo di conciliazione o come ente formatore; la messa a disposizione dei locali nei tribunali; l’avvenuta stipula della polizza assicurativa. Sulla formazione il Cnf intende conoscere quanti eventi formativi sono stati organizzati; l’eventuale quota a carico degli iscritti; se il Consiglio ha proceduto alle verifica dell’assolvimento dell’obbligo formativo e con quali modalità; l’eventuale incidenza dell’inadempimento; la valutazione circa la fissazione in 90 dei crediti formativi previsti dal regolamento a regime.

Claudia Morelli
Responsabile Comunicazione e rapporti con i Media

Domani Fini riceverà una delegazione dell'OUA.


Domani (martedì 1 febbraio) alle 12, la Giunta esecutiva dell’Oua incontrerà il Presidente della Camera dei Deputati, On. Gianfranco Fini.
Il presidente dell’organismo di rappresentanza politica dell’avvocatura, Maurizio de Tilla, consegnerà al Presidente della Camera, il “Decalogo Oua per riformare la macchina giudiziaria”, il testo del “Patto per la Giustizia e i cittadini” sottoscritto con l’Anm e con tutti gli operatori del settore e i punti irrinunciabili per la riforma forense (ora all’esame della Camera, appunto), nonchè i principali spunti di proposta sulla crisi della giurisdizione e sullo stato della professione, emersi dal Congresso Nazionale Forense, tenutasi a Genova, il novembre scorso.
Roma, 31 gennaio 2011

venerdì, gennaio 28, 2011

INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO (..SEMISERIA!).

Anno giudiziario 2011:Alpa (Cnf), garantire valori costituzionali e risolvere sollecitamente problemi giustizia.


(ANSA) - ROMA, 28 GEN - ''L'impegno dell'Avvocatura resta piu' che mai quello di garantire i valori costituzionali, di assicurare il pieno soddisfacimento dei principi fondanti la nostra democrazia e di sollecitare le istituzioni perche' siano migliorate le condizioni di vita morale, materiale e intellettuale dei cittadini anche attraverso la risoluzione dei problemi dell'Avvocatura''.
E' l'auspicio del presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa, intervenuto alla cerimonia d’inaugurazione dell'anno giudiziario in Corte di Cassazione.
Il presidente del Cnf ha lanciato l'allarme sulle difficoltà di tutela dei diritti nei momenti di crisi come quello attuale: ''Crisi che oltre tutto aggrava la situazione della categoria forense - ha detto Alpa - che, pur partecipando con le altre professioni per il 15% al pil, non riceve l'attenzione che le istituzioni riservano alle imprese sicche' deve affrontare da sola le difficolta' senza incentivi, sgravi e altre forme di sostegno''.
Deleterio, in questo contesto, sottolinea il presidente del Cnf, ''sarebbe il ritardo nell'approvazione della riforma forense attualmente assegnata alla Commissione Giustizia alla Camera, che ne ha appena cominciato l'esame''.
Quanto alla mediazione, Guido Alpa ha rilevato come ''l'attuale disciplina non prevede l'assistenza legale obbligatoria, pur consentendo al conciliatore di effettuare le proposte che ove accettate incidono notevolmente i diritti oggetto di contesa; non preveda forme di sostegno per la conciliazione gratuita, non si preoccupi degli aggravi finanziari sugli Ordini; non esiga requisiti rigorosi per l'acquisizione del titolo di conciliatore''

Oggi s’inaugura l'anno giudiziario 2011 in Cassazione.


Stamane alle 11 prenderà il via la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario presso la Corte suprema di Cassazione alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del presidente del Senato, Renato Schifani e del presidente della Camera, Gianfranco Fini.
Inoltre oggi e domani si inaugura l'anno giudiziario anche nelle Corti d'Appello dei 26 distretti d'Italia, in un clima surriscaldato dalla polemica aperta dall'Associazione nazionale magistrati (Anm)) contro la "politica degli annunci" dei ministri Alfano e Brunetta e dagli attacchi sul piano personale al procuratore aggiunto Ilda Bocassini.
Il presidente di Anm Palamara ha annunciato che in tutte le cerimonie per l'inaugurazione dell'Anno giudiziario nelle Corti d'Appello, i presidenti delle sezioni locali dell'Anm «rinnoveranno con forza la loro posizione di solidarietà ai magistrati colpiti in questi giorni e in particolare oggi con l'iniziativa del Giornale contro la Boccassini, da campagne denigratorie».
«Il servizio informatico della giustizia è sempre a rischio blocco - ha dichiarato ieri il presidente dell'Anm, Luca Palamara - e la sua efficienza è diminuita senza generare reali risparmi».
Per Palamara «la politica degli annunci, le continue conferenze stampa dei ministri Alfano e Brunetta che pubblicizzano la piena informatizzazione degli uffici giudiziari si scontrano con la dura realtà, svelando la triste verità: uffici senza personale, senza computer e con i nuovi programmi informatici in uso in pochi circondari».
Sabato sarà presente alla cerimonia in Corte d'appello a Roma il ministro della Giustizia Angelino Alfano.
All'appuntamento in Corte d'appello a Torino ci sarà il vicepresidente del Csm, Michele Vietti. Il capo del Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria del ministero di via Arenula, Luigi Birritteri, sarà invece all'appuntamento di Milano, mentre i sottosegretari alla Giustizia Giacomo Caliendo ed Elisabetta Alberti Casellati saranno a Torino e a Napoli.

mercoledì, gennaio 26, 2011

NEL “MILLEPROROGHE” LO SLITTAMENTO DI UN ANNO DELLA MEDIACONCILIAZIONE.


«Abbiamo scritto al Guardasigilli – spiega Maurizio de Tilla, presidente Oua - per sensibilizzarlo ulteriormente sulla posizione unanime degli avvocati italiani e, allo stesso tempo, ci siamo rivolti, come indicatoci da una mozione del recente Congresso Forense, al Parlamento perchè si intervenisse con efficacia per evitare che ancora una volta la giustizia civile si convertisse nella “Cenerentola” della macchina giudiziaria italiana, con interventi tampone e di corto respiro.Un ringraziamento lo voglio rivolgere a tutti i parlamentari che trasversalmente (dal PD al PDL) hanno recepito le chiare richieste dell’Oua, chiedendo con un emendamento al Milleproroghe lo slittamento di un anno in attesa di recepire le proposte degli avvocati. Tra gli altri i senatori: Della Monica, Benedetti Valentini, Casson, Lusi, Mugnai».
«È, inoltre, sotto gli occhi di tutti – aggiunge - che non si è ancora preparati dal punto di vista strutturale, in questo modo, a tacere di ogni altra osservazione, non vi è dubbio che si tratti di un vero e proprio salto nel buio per il nostro sistema giudiziario. Anzi, per essere più precisi, nel momento in cui il cittadino costretto alla mediaconciliazione non troverà un luogo deputato dove poter risolvere la controversia, andremo incontro ad una situazione di generalizzata omissione di atti di ufficio».
«È inoltre ancora più evidente in queste ore – conclude de Tilla - ed è convinzione sempre più diffusa, che il decreto legislativo oltre ad ignorare i contenuti della Direttiva Europea in materia, contrasti con il dettato Costituzionale per almeno tre ragioni, che riassumo sinteticamente. Innanzitutto perchè si configura un procedimento di mediazione in modo coercitivo con un evidente aggravio di spese e, di fatto, precludendo l'immediato accesso alla giustizia. Ma anche perchè prevede una proposta del mediaconciliatore che può avere effetti negativi nel giudizio senza che il cittadino abbia dato alcun consenso, condizionando così la possibilitá di un trattamento equo. Infine per eccesso di delega».
Nel frattempo si è anche in attesa dell’esito del ricorso al Tar (previsto per l’8 marzo) contro il regolamento attuativo varato dal ministero.

Riforma forense: il presidente del CNF Alpa ricevuto dal presidente della Camera on. Fini.


Roma. Il presidente del Consiglio nazionale forense Guido Alpa è stato ricevuto ieri dal presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini.
Alpa ha rappresentato tutti i problemi che in questo momento travagliano l’avvocatura: l’attesa per la riforma della professione forense, giunta a Montecitorio dal senato ma sulla quale la commissione giustizia non ha ancora iniziato l’esame; l’impatto della crisi economia sulla categoria forense; le questioni attinenti all’amministrazione della giustizia.
Il presidente del Cnf ha rappresentato l’urgenza dell’approvazione della riforma senza stravolgimenti dei principi cardine dell’ordinamento professionale e che, tra le altre cose, disciplina un esame di accesso alla professione che premia i più meritevoli.
“Il colloquio è stato lungo e cordiale”, riferisce Alpa.
“Il presidente Fini si è detto disponibile, come già anticipato sabato 15 gennaio a Messina, a verificare con la presidente della commissione giustizia, Giulia Bongiorno, le condizioni per iniziare l’esame del provvedimento quanto prima”.