Cass. Civ. II Sezione -
ordinanza n. 21859/2020 del 09 ottobre
2020 – Presidente: Manna – Relatore: Scarpa.
“Il vincolo di
destinazione impresso agli spazi per parcheggio dall’art. 41 sexies della legge
17 agosto 1942, n. 1150, in base al testo introdotto dall'art. 18 della legge 6
agosto 1967, n. 765, norma di per sé imperativa, non può subire deroghe mediante
atti privati di disposizione degli stessi spazi, le cui clausole difformi sono
perciò sostituite di diritto dalla medesima norma imperativa.
Tale vincolo si
traduce in una limitazione legale della proprietà, che può essere fatta valere,
con l'assolutezza tipica dei diritti reali, nei confronti dei terzi che ne
contestino l'esistenza e l'efficacia. La normativa urbanistica, dettata
dall'art. 41 sexies della legge n. 1150 del 1942, si limita, tuttavia, a
prescrivere, per i fabbricati di nuova costruzione, una misura proporzionale
alla cubatura totale dell'edificio da destinare obbligatoriamente a parcheggi,
pari ad un metro quadrato per ogni venti metri cubi di costruito, secondo i
parametri applicabili per l'epoca dell'edificazione (parametri nella specie modificati
dall'art. 2, legge n. 122 del 1989).
Ai fini del rispetto del vincolo di
destinazione impresso agli spazi per parcheggio dall'art. 41 sexies citato, il
rapporto tra la superficie delle aree destinate a parcheggio e la volumetria
del fabbricato, così come richiesto dalla legge, va dunque effettivamente
verificato a monte dalla P.A. nel rilascio della concessione edilizia (Cass. 11
febbraio 2009, n. 3393).
L'art. 41 sexies della Legge urbanistica opera,
pertanto, come norma di relazione nei rapporti privatistici e come norma di
azione nel rapporto pubblicistico con la P.A., la quale non può autorizzare
nuove costruzioni che non siano corredate di dette aree, costituendo
l'osservanza della norma condizione di legittimità della licenza (o
concessione) di costruzione, e alla quale esclusivamente spetta l'accertamento
della conformità degli spazi alla misura proporzionale stabilita dalla legge e
della loro idoneità ad assicurare concretamente la prevista destinazione.
Sempre questa Corte ha affermato come gli spazi che debbono essere riservati a
parcheggio ex art. 41 sexies possono essere ubicati indifferentemente nelle
nuove costruzioni ed anche nelle aree di pertinenza delle stesse, trattandosi
di modalità entrambe idonee a soddisfare
l'esigenza, costituente la ratio della norma, di deflazione della
domanda di spazi per parcheggio nelle aree destinate alla pubblica
circolazione, non essendo, peraltro, consentito al giudice di sindacare le
scelte compiute in proposito dalla P.A. (Cass. 22 febbraio 2006, n. 3961).
In
ogni caso, il vincolo di destinazione impresso alle aree destinate a
parcheggio, interne o circostanti ai fabbricati di nuova costruzione, di cui
all'art. 41 sexies, legge n. 1150 del 1942, non impedisce che il proprietario
dell'area possa riservare a sé, o trasferire a terzi, il diritto di proprietà
sull'intera area, o su parti di essa, fermo restando il succitato diritto d'uso
da parte dei proprietari delle unità immobiliari site nel fabbricato nei limiti
delle indicate proporzioni di cubatura, mentre le aree eccedenti detta misura
rimangono nella libera disponibilità del costruttore - venditore (Cass. 9
novembre 2001, n. 13857; Cass. 24 novembre 2003, n. 17882; Cass. 23 gennaio
2006, n. 1221; Cass. 27 dicembre 2011, n. 28950; Cass. 3 febbraio 2012, n.
1664; Cass. 8 marzo 2016, n. 8220; Cass. 8 marzo 2017, n. 5831; Cass. 25
settembre 2018, n. 22709)”