lunedì, aprile 13, 2015

Riforma processo civile: ANF incontra il Prof. Berruti.

Noi sempre a fianco delle persone. Lettera agli Avvocati del Presidente CNF Mascherin.

Care Colleghe, Cari Colleghi,
i fatti di Milano, e ciò che ne sta seguendo, ci chiedono di operare una scelta responsabile nel comunicare la nostra di identità, rifuggendo da ogni tentazione autoreferenziale.
Dobbiamo dire a chiare lettere ai cittadini che noi Avvocati non siamo e non vogliamo essere considerati eroi, e le vittime del nostro lavoro sono vittime come qualsiasi altra.
Noi siamo lavoratori, e la grande maggioranza di noi cerca di svolgere i propri compiti con coscienza e scrupolo professionale, lontano dalla ribalta e dai facili guadagni.
Anche noi, come tanti lavoratori, ci dibattiamo nella morsa della crisi economica e di valori che sta colpendo il nostro Paese.
Però siamo Avvocati e il nostro compito, il nostro mestiere, è quello di custodi dei diritti e di guardiani di una democrazia che deve pensare prima ai deboli e poi ai forti e, se serve, contro i forti. Per questo il nostro mestiere è anche una funzione ed è anche una missione.
Consideriamoci dunque privilegiati, poiché la Costituzione della Repubblica Italiana ha posto noi a fianco e a protezione dei diritti fondamentali dei cittadini.
Allora lasciamo ad altri polemiche e strumentalizzazioni che non servono al Paese e non possono essere comprese da chi soffre le tante difficoltà del vivere quotidiano.
Non siamo eroi, ma siamo Avvocati; e anche se qualcuno ogni tanto può dimenticarlo, noi non dobbiamo mai farlo.

Andrea Mascherin

sabato, aprile 11, 2015

Senza nessuna pietà……….

Senza nessuna pietà per i morti e i feriti, un esercito di improvvisati opinionisti televisivi si affanna a rovesciare cumuli di scemenze sulla sicurezza dei Tribunali, avendo scoperto quanto è facile procurarsi una pistola e fare fuori magistrati, avvocati e testimoni durante un'udienza.
Forse LorSignori non sono mai entrati in un Palazzo di Giustizia di provincia.
Forse non si sono mai accorti che ogni giorno in tutta Italia vengono celebrati processi senza uscieri, spesso senza neppure un carabiniere nel corridoio, con apparati di registrazione acquistati trent'anni fa, microfoni tenuti insieme con lo scotch, sedie sfondate, toghe sdrucite, faldoni tenuti insieme con gli elastici, fascicoli accumulati nei corridoi, cessi senza sapone, senza salviette, senza acqua calda, con il personale costretto a fare gli straordinari sino a sera senza retribuzione.
Forse LorSignori non sanno che ogni giorno migliaia di imputati sono giudicati in questo modo, soprattutto al sud, e solo grazie al sacrificio delle donne e degli uomini che nonostante tutto continuano a fare ostinatamente e seriamente il loro dovere - magistrati, avvocati, personale amministrativo - questo sgangheratissimo sistema mantiene un po' di credibilità.
Senza la quale si diventa facile bersaglio per i disperati e gli squilibrati, anche quando ci sono i metal detector. LorSignori, prima di blaterare di cose che non sanno, vengano a fare un giro dalle nostre parti.
Vengano a rendersi conto delle condizioni in cui viene amministrata quotidianamente la giustizia ordinaria, minore solo per chi non la vive e, soprattutto, non la subisce.
E prima di pensare a blindare gli accessi, fare improbabili paragoni con l'Expo e militarizzare i tribunali - come se non si potesse sparare ugualmente per strada, nei bar e negli studi professionali, come pure è successo - si preoccupino di restituire almeno un po' di dignità ai luoghi in cui si giudicano le vite degli altri.

Avv. Michele Laforgia

venerdì, aprile 10, 2015

"SONO UN AVVOCATO": IN MEMORIA DI ALBERTO CLARIS APPIANI.

Sono un Avvocato. 
Sono quello da cui vieni quando sei nei guai, quando sei arrabbiato, quando hai un problema e non sai dove sbattere la testa.
Sono quello che ti apre la porta di studio quando non ne puoi più del tuo matrimonio, quando lui/lei ti ha lasciato, quando ti pignorano casa, quando non paghi i tuoi debiti e quando i tuoi debitori non pagano te.
Sono quello che viene svegliato alle tre del mattino perché ti sei fatto fermare in stato di ebbrezza, che salta la comunione del nipotino perché ti hanno fissato l’interrogatorio il sabato mattina, che non vede il saggio di danza della figlia perché la tua udienza finisce alle dieci di sera.
 Sono quello che sta dalla tua parte quando gli altri ti vorrebbero linciare, che ascolta le tue cazzate quando nemmeno tua madre ne vuole più sapere di te.
Sono quello che per fare il suo lavoro ha studiato tanti anni, poi ha fatto una pratica faticosa e spesso gratuita, e dopo di nuovo l’esame, la gavetta, l’incertezza, la paura, la responsabilità e l’aggiornamento continuo.
Sono quello che per andare a lavoro ogni giorno paga: l’affitto, le bollette, la macchina, la segretaria, la carta, le marche da bollo, il caffè per stare svegli a studiare.
Sono quello che ti fa uscire da studio anche se non hai versato quanto dovuto, mentre nemmeno al discount ti fanno portare via un litro di latte senza averlo pagato.
Sono quello che quando gli sparano alle spalle in un tribunale, in una mattina di inizio primavera, lo pensano solo gli altri Avvocati, perché sono tutti preoccupati del magistrato e delle misure di sicurezza. 
Sono un Avvocato, forse lo sono sempre stato, anche prima di cominciare a esercitare, e sicuramente lo sarò tutta la vita, anche quando non metterò più piede in tribunale.
Sono un Avvocato, e prima di usare questa parola senza sapere quanta sostanza c’è dentro, quanta fatica e passione c’è dietro, ecco prima di usare questa parola devi pensare.
Poi magari taci che è meglio.
Avv. Sara Fusi

Strage Tribunale Milano, CNF: Investire nei diritti fondamentali. Il Presidente Mascherin: “L’Avvocatura resta in prima linea a tutela della democrazia ma non deve essere lasciata sola”.

Roma 10/ 4/2015 “ Dopo i tragici fatti di Milano, l'Avvocatura italiana chiede con forza che la politica e le forze sociali mettano da parte qualsiasi forma di speculazione e di strumentalizzazione e finalmente recepiscano una verità non più eludibile: basta con la corsa al ribasso in materia di diritti fondamentali”, lo dichiara oggi il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin. “Gli Avvocati esercitano in prima linea la loro funzione di tutori dei diritti fondamentali dei cittadini, e lo fanno senza tutele di sorta da parte dello Stato, ma di questo non si lamentano, né si lamentano dei rischi concreti per la loro incolumità a cui la loro attività gli espone”.
Per il presidente degli Avvocati “è ora di dire basta a quelle forme culturali che vogliono esporre i diritti inviolabili della persona ad una corsa al ribasso, che finisce con l'esporre funzioni che sono presidio di legalità, come quella dell'Avvocato, ad una sottovalutazione culturale che si traduce in uno scadimento del livello di quella democrazia solidale che sta alla base del rispetto dei diritti altrui. E deve dirsi basta all'idea che si possa o si debba risparmiare in Giustizia, Salute, Sicurezza, Istruzione: ottimizzare i costi è una cosa, pensare a ridurre quei diritti, pilastri di una società civile, a merce di poco valore su cui risparmiare ed aprire corse al ribasso, è un errore che stiamo pagando e ancor più pagheremo”.
“L'Avvocatura resterà in prima linea a tutela della nostra democrazia, ma non può e non deve essere lasciata sola”, conclude Mascherin.

giovedì, aprile 09, 2015

E' LA REALTA'!!

STRAGE IN TRIBUNALE A MILANO: LA SOLIDARIETÀ DELL’ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA-OUA ALLE VITTIME DELLA FOLLIA OMICIDA.

MIRELLA CASIELLO, PRESIDENTE OUA: “IL TRIBUNALE ORMAI TRINCEA DEL DISAGIO SOCIALE E DELLA FOLLIA ASSASSINA. GLI OPERATORI DELLA GIUSTIZIA, AVVOCATI E MAGISTRATI, PRINCIPALI VITTIME DI QUESTA SITUAZIONE. GRANDE PREOCCUPAZIONE PER IL NODO SICUREZZA”.
«Il tragico episodio di Milano – sottolinea Mirella Casiello, presidente Oua - dimostra come i tribunali, che da sempre sono la “prima linea” della lotta alla criminalità, siano diventati anche la trincea simbolica del disagio sociale e, in alcuni casi, della follia assassina. Le conseguenze di questa grave situazione ricadono sugli avvocati e i magistrati e sul concetto stesso di giustizia nel nostro Paese».
«Rimane, comunque, alta la preoccupazione per il nodo sicurezza in un tribunale importante come quello milanese – conclude Casiello –. Abbiamo, infine, rivolto la nostra solidarietà oltre che a tutti i familiari delle vittime della strage, anche al presidente dell’ordine forense meneghino, Remo Danovi e al presidente f.f. del Tribunale di Milano».
Il vice presidente dell’Oua, Pietro Faranda, milanese, su queste tragiche ore al Palazzo di Giustizia: «Grande dolore per le vittime di questa strage: il giudice Ferdinando Ciampi, il collega, avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani, e gli altri quattro cittadini coinvolti, di cui due in ospedale in gravissime condizioni. Un giorno terribile che speriamo faccia riflettere tutti».
Roma, 9 aprile 2015

sabato, aprile 04, 2015

"Il processo non è un optional". Intervista a Andrea Mascherin (Cnf).

Andrea Mascherin è stato eletto da pochi giorni alla guida del Consiglio nazionale forense; succede a Guido Alpa e guiderà il Cnf per i prossimi 4 anni.
Presidente Mascherin, gli avvocati italiani, i più numerosi in Europa, vivono anch'essi un momento di grande difficoltà per effetto di una crisi economica che non risparmia le professioni. Tuttavia almeno con questo Governo hanno ricevuto un riconoscimento importante come interlocutori importanti nei processi di riforma.
"Credo si tratti del giusto riconoscimento dell'avvocatura come architrave del sistema ordinistico, ponte indispensabile tra i cittadini e il sistema giustizia. Per il resto le priorità, anche nel confronto con il Governo, non possono che essere il rafforzamento dell'avvocatura come soggetto attivo della giurisdizione, come elemento di garanzia dei più deboli, come promotrice di interventi che non devono mai suonare come autoreferenziali, ma a tutela della collettività. Altrimenti a perdere di credibilità siamo tutti noi".
Negli ultimi tempi, nelle politiche della giustizia, sia sul versante civile sia su quello penale, il filo conduttore è parso quello del processo come "risorsa scarsa", da riservare ai casi veramente meritevoli di tutela. Professione di realismo condivisibile?
"Non proprio. Il processo non può essere considerato solo in termini di efficienza: al debole deve essere sempre garantita la possibilità di agire contro il forte. Il rischio, in caso contrario, è che a restare del tutto privi di tutela siano diritti diffusi come quello alla salute, all'istruzione, che pure hanno pieno riconoscimento nella Costituzione. Il processo sta invece diventando sempre più costoso, senza neppure avere certezza che i maggiori incassi derivanti dagli aumenti costanti del contributo unificato vengano destinati a investimenti per migliorare l'amministrazione della giustizia".
Troppo spesso l'avvocatura si espone ad accuse di conservatorismo. È il caso delle forme di esercizio della professione...
"Il Consiglio nazionale forense non ha pregiudizi sull'applicazione di forme imprenditoriali. Soprattutto se si tratta di meccanismi che favoriscono l'ingresso dei giovani nella professione. Certo, se il riferimento è alle società con presenza del socio di capitale, allora l'attenzione deve essere massima. Sotto più punti di vista: dalla tutela del segreto professionale, i fascicoli non possono essere a disposizione di chi non è avvocato, al rischio di infiltrazione di capitali opachi. Il rapporto fiduciario legale-cliente non deve essere compromesso. In più, non è che le dimensioni siano sempre garanzia di qualità: i piccoli studi legali, soprattutto in alcune realtà del Paese, anche alla luce della nuova geografia giudiziaria, sono una risorsa che non deve essere mortificata, semmai incentivata".
In materia di accesso alla professione è favorevole al numero chiuso a Giurisprudenza?
"Non siamo contrari all'introduzione di un numero programmato che però assicuri ai meritevoli di potere procedere nello studio".
Il nuovo ordinamento forense ha già bisogno di un tagliando?
"Adesso è presto. Credo bisognerà aspettare un paio d'anni ancora. In ogni caso, il tema dell'accesso andrà sicuramente valutato, come pure i risultati della parziale esternalizzazione del procedimento disciplinare. Altri due punti da considerare: l'esercizio del controllo sull'esercizio continuato della professione e la riserva sulla consulenza stragiudiziale".
Si profila l'ennesimo intervento sul Codice di procedura civile. Servirà?
"Devo esprimere un certo scetticismo, anche se si profila una riforma complessiva, che è certo cosa diversa dall'alluvione di modifiche frammentarie cui abbiamo assistito negli ultimi anni. Alla giustizia servirebbero invece risorse aggiuntive sia di personale, togato e no, sia economiche. In caso contrario anche iniziative che stanno mostrando esiti interessanti, come il processo telematico, corrono il pericolo di segnare il passo".

di Giovanni Negri
Il Sole 24 Ore, 4 aprile 2015

venerdì, aprile 03, 2015

L’eccessività della somma portata nel precetto non travolge questo per l'intero (Cass. Civ. n. 27032/2014).

"L'eccessività della somma portata nel precetto non travolge questo per l'intero ma ne determina la nullità o inefficacia parziale per la somma eccedente, con la conseguenza che l'intimazione rimane valida per la somma effettivamente dovuta, alla cui determinazione provvede il giudice, che è investito di poteri di cognizione ordinaria a seguito dell'opposizione in ordine alla quantità del credito".

(Cassazione civile, Sezione Sesta, Pres. Finocchiaro - Rel. Carluccio Sent. 19-12-2014 n. 27032)